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La Raggi ci chiede la rettifica sbagliata

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A Virginia Raggi auguriamo una campagna elettorale fortunata, ma la esortiamo anche a rimaneggiare un po’ il team dei suoi “comunicatori”. Almeno, leggano i post che commentano.

La storia è questa. Ieri, abbiamo pubblicato una critica all’orrenda lingua di asfalto nero piazzata lungo il Tevere. Il sindaco della Capitale non ha gradito. E mi ha chiesto di rettificare. Il motivo? Ci saremmo fatti “trarre in inganno” da una “fake news di Calenda”. La Raggi, ovvero il suo zelante responsabile dei social, ha ribattuto: “Non c’è alcuna nuova colata di asfalto sui sampietrini ma il rifacimento del già esistente manto di asfalto della pista ciclabile realizzata nel lontano 2005”.

C’è solo un dettaglio che lo staff del sindaco ha trascurato: nel nostro pezzo non abbiamo mai citato i sampietrini. E di Calenda non ci frega nulla, con tutto il rispetto per l’ex ministro. La nostra era una critica diversa: ciclabile o non ciclabile, quella lingua nera per coprire le buche fa schifo. È un pugno in un occhio. L’ennesima trovata della Giunta, che deturpa la città più bella del mondo. L’ennesimo intervento da dilettanti allo sbaraglio. Più che il Campidoglio, sembra la Corrida.

E riteniamo che questo giudizio si possa ancora liberamente esprimere, senza che chi ne viene colpito debba chiedere rettifiche. Specialmente se chiede di rettificare frasi mai scritte.

Nicola Porro, 1º maggio 2021