La Rai bastona Bortone: “Andava licenziata”. E si scatena Scurati

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Ancora duri scontri in Rai. Le dichiarazioni di Roberto Sergio hanno generato una tempesta di reazioni e dibattiti che non sembrano placarsi. Il focus è puntato su personaggi noti del panorama giornalistico e letterario, come Serena Bortone e Antonio Scurati, attorno ai quali si è acceso un acceso dibattito sulla direzione futura della tv di Stato, sotto l’aspetto della governance e delle strategie redazionali.

A scatenare il patatrac sono le frasi di Sergio secondo cui Bortone avrebbe dovuto essere “licenziata” dopo le sue denunce che hanno scatenato il caso “Scurati”. La conduttrice “non è stata punita”, insomma, anche se il suo programma il prossimo anno passerà da due serate a una sola. Le poteva andare molto peggio. E comunque Viale Mazzini è ancora aperto il procedimento disciplinare a suo carico: “L’11 rappresenterà le sue tesi e valuteremo, ma certamente a nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l’azienda in cui lavora”.

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L’amministratore delegato della Rai ha criticato anche Scurati accusandolo di non aver partecipato a Che Sarà il 25 aprile per banali questioni economiche. “Credo che alcune persone abbiano una straordinaria capacità di ribaltare la verità e di diventare vittime nello stesso tempo e poi eroi del Paese e del sistema – ha detto – Ho mandato un whatsapp a Serena Bortone dove la invitavo a mandare in onda il monologo di Scurati. Nessuno avrebbe impedito quel monologo. Nella scaletta del programma c’era scritto, inoltre, ‘ospite a titolo gratuito'”. Scurati ha prontamente risposto, negando le accuse e definendo le dichiarazioni di Sergio come “prive di fondamento”. “Smentisco categoricamente quello che dice su di me – dice lo scrittore, autore di “M” – È semplicemente falso che non avrei partecipato al programma perché non pagato. Ed è l’ennesima affermazione denigratoria nei miei confronti. A me nessuno ha mai proposto di partecipare gratuitamente. Lo sfido a fornire prova del contrario”.

Sergio ha infine negato l’esistenza di una “TeleMeloni” perché “semmai è TeleOpposizioni”.  Per quanto riguarda il futuro, invece, Sergio non ha dubbi: “Un anno fa – ha detto – mi è stato chiesto di completare il mandato di tre anni con l’uscita di Fuortes. Io ho accettato e ho nominato come direttore generale Giampaolo Rossi, che stimavo e continuo a stimare. Ora lui sarà il prossimo amministratore delegato e io sarò il prossimo diggì”. Tuttavia, le sue idee e la sua permanenza alla guida sono avvolte dall’incertezza. Intanto, dopo le dichiarazioni contro Bortone, si sono scatenate le critiche del Pd e dell‘Usigrai.

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