Politica

La “rete” degli enti locali che resuscita il ddl Zan - Seconda parte

Non si ferma il tentativo di promuovere le tematiche contenute nel disegno di legge bocciato dal Parlamento

Un appello che non è caduto nel vuoto e il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini ha risposto così: “Il Comune di Forlì ha aderito alla rete ready nel 2016, per volontà e su indicazione dell’Amministrazione che ci ha preceduto. Al netto di questa considerazione, la Giunta attuale sta valutando con attenzione e nel dettaglio i contenuti, le attività e gli obiettivi della rete ready. Se, dopo un’accurata analisi, dovessimo riscontrarvi un messaggio divisivo e improntato al mancato rispetto delle opinioni altrui, ne prenderemo atto riservandoci di valutare le modalità e i tempi di recesso dalla rete. Se, diversamente, dovessimo rilevare un approccio inclusivo e caratterizzato dalla volontà di contrastare ogni forma di discriminazione, ne approfondiremo gli aspetti più virtuosi e vicini alla nostra comunità”.

Le parole del sindaco di Forlì potrebbero aprire un percorso per seguire l’esempio di regioni come il Friuli Venezia Giulia che, dopo l’insediamento di Fedriga, è uscita dalla rete o del Comune di Treviso dove il capogruppo della Lega Riccardo Barbisan ne favorì l’abbandono. Se una città capoluogo di provincia come Forlì decidesse di abbandonare la rete Re.a.dy, sarebbe un importante segnale nei confronti del mondo cattolico e di un elettorato di centrodestra che difficilmente potrebbe accettare iniziative come quelle promosse in altri comuni rivolte ai bambini e alle scuole.

Francesco Giubilei, 16 dicembre 2021

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