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La riforma fiscale che serve a vincere la guerra

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La Russia sostiene che gli abbiamo dichiarato una guerra economica, è vero e la vinceremo con la riforma del… catasto. Potrebbe sembrare una teoria avventata ma non lo è. Mettiamo le cose in ordine: un paese con una struttura economica da terzo mondo, governato da un arrogante demagogo, aggredisce un paese confinante con la Nato e l’Unione Europea. L’Occidente decide di imporre dure sanzioni economiche all’aggressore e fornire armi e sostegno all’aggredito. Tradotto significa: perdere del denaro dai mancati introiti, alimentare l’inflazione interna (perciò diminuire il potere di acquisto delle famiglie a causa dell’aumento dei prezzi) e spendere per gli aiuti e l’assistenza umanitaria. È giusto, proporzionato e sostenibile. Andiamo avanti.

Ma subito in Italia si scatena la gazzarra “arrendista” di qualche intellò e politico nostrano che, alla ricerca di un momento di celebrità, ci spiega come in nome della pace e grazie al rifiuto di difendersi, gli Ucraini potranno non chiudere i Mac Donald e continuare a fare gli apericena, smettendo di scocciare a noi occidentali che abbiamo freddo con le case a 21 gradi e non vogliamo rischiare di restare senza il grano per la pasta. Per fortuna il nostro Parlamento (malgrado la robusta presenza di scemi del villaggio) continua a fare il suo mestiere e parla di riforma fiscale e del catasto.

Naturalmente parte subito l’indignazione e lo sfottò, perché è più chic interessarsi alla guerra da divano ed alla pandemia dei virologi social che non dei nostri soldi. Insomma monopolizzati dai problemi che ci sfuggono e sommersi dalla retorica, sembriamo ignorare i problemi reali come la riforma fiscale che sinceramente non è più rinviabile. In Italia la politica fa notizia se parla di suicidio assistito, dell’omotransfobia o dello ius scholae, questioni francamente marginali, è osannata quando ricorre a “scostamenti di bilancio” (nuovi debiti per i nostri figli), mentre quando fa il suo lavoro e parla di tasse cercando magari di rendere il prelievo meno una rapina, diventa un noioso problema per tecnici.

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