La guerra in Ucraina ha svelato gli errori commessi in passato sulle politiche energetiche. Ora l’Italia invertirà la rotta?
«Temo di no. Gestiamo le emergenze a botte di ristori e rimborsi sulle bollette. Non capiamo che oggi dipendiamo dal gas russo ma domani dipenderemo da altri Paesi. Aver rinunciato al nucleare e a quel poco di energia che c’è nel sottosuolo è stato un errore. Siamo dei pazzi che brindano sul Titanic».
Qual è, invece, l’impatto delle sanzioni alla Russia?
«Fanno peggio ai Paesi occidentali che alla Russia. Mosca ha una capacità maggiore di assorbirne l’impatto. Per intenderci, loro possono rinunciare a una borsa di Chanel molto più facilmente di quanto noi possiamo rinunciare alla sua produzione».
La guerra in Ucraina ha fatto sparire il Covid dal dibattito pubblico. Era troppo enfatizzato prima o l’emergenza è finita?
«Entrambe le cose. Il Covid era diventato l’unico argomento di conversazione. È stata una ossessione all’italiana. Oggi, però, grazie ai vaccini e alla endemizzazione, il virus è molto meno pericoloso».
Il prossimo luglio, a Bari, parlerai di transizione energetica. Farai arrabbiare molti?
«Faremo una grande manifestazione per capire come ambiente ed economia possono convivere senza che l’uno distrugga l’altro. Toglieremo il velo ipocrita e gretino che impera sulla transizione energetica».
Il Giornale, 12 aprile 2022