Politiche green

La rivolta arriva in Italia: i trattori si ribellano alle follie green dell’Ue

Dopo l’Olanda, il Belgio, la Francia e negli ultimi giorni la Germania, la protesta degli agricoltori arriva anche in Italia. Era ovvio che sarebbe arrivata anche nel nostro paese, in particolare a Bologna, dove una lunga fila di trattori ha bloccato parte della città arrivando sotto la sede della regione Emilia Romagna.

Perché era ovvio che questa protesta arrivasse anche da noi? Perché gli agricoltori protestano contro alcune eco follie, direttive e regolamenti, ma più in generale un impianto culturale, economico e sociale portato avanti sui temi green da parte dell’Unione Europea. La stessa Unione Europea che vuole sostanzialmente costringere gli agricoltori, in nome di un supposto ambientalismo ideologico, a smettere di lavorare, a smettere di fare il loro lavoro e non coltivare più i campi.

Che la protesta avvenga sotto la sede della regione Emilia Romagna è emblematico, perché la stessa regione Emilia Romagna ha promosso un bando proprio per far sì che gli agricoltori possano non coltivare i loro terreni. La domanda che ci poniamo tutti noi è se gli agricoltori smettono di coltivare i propri terreni dove prendiamo il cibo necessario alla nostra sussistenza?

Questa protesta degli agricoltori si è svolta non solo a Bologna, ma anche in Sicilia e a Viterbo, anche se non ancora nelle dimensioni conosciute in Olanda o in Germania. Ma potenzialmente può avvenire nel nostro paese da qua a pochi anni con le stesse modalità che abbiamo visto nel resto d’Europa. Ecco perché è importante che vi sia un cambio di paradigma delle politiche europee sui temi ambientali e in particolare per quel che riguarda agricoltori ed allevatori. Ed ecco anche perché tutti noi non possiamo che essere dalla parte degli agricoltori.