La notizia è di quelle importanti: stando a quanto riporta il Financial Times, le forniture di gas della Russia all’Europa non riprenderanno completamente fino a quando l'”Occidente collettivo” non rimuoverà le sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina.
A dirlo è stato Dmitry Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin. “I problemi di pompaggio del gas sono nati a causa delle sanzioni introdotte dai paesi occidentali contro il nostro paese e diverse società”, ha detto Peskov citato da Interfax. “Non ci sono altri motivi che potrebbero aver causato questo problema di pompaggio”. Tradotto: il gasdotto, chiuso quattro giorni fa per motivi di “manutenzione”, non riprenderà a pompare il gas verso l’Ue se prima Bruxelles non toglie o alleggerisce le sanzioni.
Solo ieri il portavoce di Putin aveva annunciato una “grande tempesta globale” a causa delle sanzioni dell’Occidente. “Per molti versi ci sono ragioni oggettive, ma ci sono anche ragioni soggettive”, aveva detto alla Tass, puntando il dito contro “decisioni e azioni assolutamente illogiche e spesso assurde da parte delle autorità di Stati Uniti, Ue e dei singoli europei Paesi”.
Come noto tutto nasce da questioni che riguardano le turbine. Per Mosca, le sanzioni avrebbero impedito di “aggiustare” o mantenere questi sistemi riducendo prima e bloccando ora tutto il metanodotto. L’Ue ha revocato parti delle sanzioni per permettere alle turbine Siemens di fabbricazione canadese di arrivare in Russia, ma per Gazprom questo non basta. Secondo l’agenzia Sputnik, la società del gas russo ha deciso di interrompere le forniture fino “a data da destinarsi”. Il motivo in questo caso riguarderebbe un avvertimento emanato dal Servizio federale per la supervisione ambientale, tecnologica e nucleare. Quando infatti gli operai della Gazprom e quelli della Siemens sono arrivati sul posto (stazione di compressione di Portovaya) avrebbero rivelato una perdita. Per questo, nonostante in teoria dopo 3 giorni il flusso del North Stream 1 sarebbe dovuto ripartire, per ora il gasdotto resterà chiuso fino a “data da destinarsi”.
Data che, a sentire le parole di Peskov, potrebbe coincidere solo con l’eventuale ritiro delle sanzioni occidentali. Il portavoce di Putin è stato chiaro: per i malfunzionamenti non va incolpata Gazprom ma l’Occidente, che con le sanzioni rischierebbe di “mettere in discussione l’affidabilità del gasdotto”.
Notizia in aggiornamento…