Commenti all'articolo La sala dei nonni: l’armonia di un ricordo
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17 Commenti
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giuseppe
19 Settembre 2024, 10:30 10:30
Quando mi reco alle casse del supermercato, mi chiede se voglio i bollini per la raccolta punti per prendere dei bicchieri piatti ed altre cianfrusaglie con un piccolo contributo. Al che la guardo e le dico che se desidera le porto 20 servizi da eredità. Ma che cavolo ce ne facciamo di questa roba.
Phantom
18 Settembre 2024, 17:47 17:47
A me risulta che le sostanze chimiche tossiche siano più presenti nei terrificanti pannelli “nobilitati” che pesano una tonnellata con cui ora si fanno i mobili. Mentre i bei mobili tamburati di una volta erano leggerissimi e presumo senza quasi sostanze chimiche
Emiliano
18 Settembre 2024, 17:41 17:41
Grazie per avermi ricordato la casa dei miei genitori, i mobili non ci sono più ma i servizi buoni li ho tenuti, certo non sono più esposti ma ben conservati in cantina, poi la fine che faranno non lo so. E non voglio saperlo.
Onan il Barbaro
18 Settembre 2024, 17:21 17:21
Ai tempi dei nonni il “servizio buono” era un pezzo irrinunciabile del corredo di nozze e poi veniva, appunto, esposto in credenza. Come minimo da 12 persone, anche se tanti ospiti insieme non capitavano neanche una volta nella vita e magari non ci stavano neppure in casa.
Cortez
18 Settembre 2024, 17:19 17:19
Abbiamo tutti la memoria di una cristalleria. In una famiglia rispettabile i cucchiaini d’argento non si acquistano, si tramandano. Non mi è chiara però la conclusione dell’autrice.
Flavio Pantarotto
18 Settembre 2024, 16:43 16:43
Conservatori e riformisti.
Per lo meno chi crede di esserlo, ancorandosi alle belle cose d’una volta o rotolando come un (il) manifesto strappato dal vento.
Immobilità o spasmo, manca la via di mezzo. Il ragionato opportunismo d’una credenza del 1986 prodotta con legni oggi protetti inzuppati..
Quando mi reco alle casse del supermercato, mi chiede se voglio i bollini per la raccolta punti per prendere dei bicchieri piatti ed altre cianfrusaglie con un piccolo contributo. Al che la guardo e le dico che se desidera le porto 20 servizi da eredità. Ma che cavolo ce ne facciamo di questa roba.
A me risulta che le sostanze chimiche tossiche siano più presenti nei terrificanti pannelli “nobilitati” che pesano una tonnellata con cui ora si fanno i mobili. Mentre i bei mobili tamburati di una volta erano leggerissimi e presumo senza quasi sostanze chimiche
Grazie per avermi ricordato la casa dei miei genitori, i mobili non ci sono più ma i servizi buoni li ho tenuti, certo non sono più esposti ma ben conservati in cantina, poi la fine che faranno non lo so. E non voglio saperlo.
Ai tempi dei nonni il “servizio buono” era un pezzo irrinunciabile del corredo di nozze e poi veniva, appunto, esposto in credenza. Come minimo da 12 persone, anche se tanti ospiti insieme non capitavano neanche una volta nella vita e magari non ci stavano neppure in casa.
Abbiamo tutti la memoria di una cristalleria. In una famiglia rispettabile i cucchiaini d’argento non si acquistano, si tramandano. Non mi è chiara però la conclusione dell’autrice.
Conservatori e riformisti.
Per lo meno chi crede di esserlo, ancorandosi alle belle cose d’una volta o rotolando come un (il) manifesto strappato dal vento.
Immobilità o spasmo, manca la via di mezzo. Il ragionato opportunismo d’una credenza del 1986 prodotta con legni oggi protetti inzuppati..