Ne avesse azzeccata una, Giuseppe Conte è stato peggio di un’invasione di cavallette.
Come Giuseppe Conte abbia potuto diventare premier di questo paese resta uno dei grandi misteri della storia recente. Le poche cronache disponibili narrano che Conte è il vincitore di un casting messo su in fretta e furia da Luigi Di Maio e Matteo Salvini ansiosi di andare al governo pur di andarci. Casting, la cui finale, avvenne in un albergo di Milano una sera della tarda primavera del 2018 e la spuntò proprio l’avvocato in pochette nonostante un curriculum leggermente taroccato e alcune beghe fiscali aperte.
Vabbè, sottigliezze, è che il premier per caso ha pensato a un certo punto di essere davvero il premier e lì sono iniziati i guai seri.
Prima si è inventato il reddito di cittadinanza in un modo tale che da strumento cuscinetto per ricerca lavoro, quale doveva essere, si è trasformato in un vitalizio per milioni di sfaccendati, cosa che ha innescato un effetto a catena devastante sul mercato del lavoro reale.
Poi arrivò il covid, tranquilli italiani, la situazione sotto controllo annunciò in diretta tv all’apparire del virus. Disastro. Disastro aggravato da ordini e contro ordini che provocarono stragi e poi il caos mascherine e poi la farsa dei banchi a rotelle e poi la segregazione eccessiva degli italiani e poi la campagna vaccinale che non partiva e poi finalmente Mario Draghi a mettere una pezza a tanto casino.
Non contento, prima di essere cacciato con infamia da Palazzo Chigi, Conte si inventò pure il bonus 110% quello sulle ristrutturazioni delle case. In teoria una genialità per far ripartire l’edilizia e da lì l’intera economia. Solo che la carta è stata scritta talmente male che altro che case da ristrutturare c’è mancato un pelo che saltasse per aria l’intero paese, le banche e lo Stato chiamati a garantire soldi che in realtà non esistevano e non esistono. Insomma un buco da 110 miliardi nei conti del paese che se non arrivava, è notizia di ieri, Giorgia Meloni a metterci una pezza qui davvero viene giù tutto.
Conte insomma è davvero un perfetto 5 stelle, cioè incompetente, più elegante e forbito di Danilo Toninelli ma altrettanto incapace, arrogante come il non compianto ministro della giustizia Bonafede anche se un po’ più subdolo.
Ah, dimenticavo, per un attimo il Pd ha pensato che sarebbe potuto essere un buon leader di tutta la sinistra. Beh, in effetti, lo standard di qualità è proprio quello lì.