Trentasette centigradi (Lino Aldani)

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Quello di oggi è un consiglio prezioso. Che a mia volta, ho ricevuto proprio da un lettore di questa rubrichetta liberale. Lo scrittore si chiama Lino Aldani. Uno scrittore di fantascienza che, c’è da giurare, pochi di noi conoscono o hanno letto. Se in Italia, ma non solo, non ci fosse un giornale unico del virus, lo avrebbero già ripubblicato. In mano ho una copia di Urania, edizione 2006, titolato con il suo racconto relativamente più famoso Eclissi 2000. Tutto da leggere. Ma il racconto che non vi dovete perdere e dovete diffondere è Trentasette centigradi, scritto nel 1963. Faaaaaavoloso.

È ambientato in una Roma del presente, in cui la voce narrante racconta la vita di Nico, un burocrate ministeriale. Attraverso i suoi occhi, si dipana la breve storia di una capitale soggiogata dalla dittatura sanitaria, organizzata con la forma di una sorta di convenzione, assicurazione sanitaria. Gli uomini hanno costruito un sistema di Welfare talmente ossessivo che Nico è costretto a girare sempre con il termometro in tasca. Le pubblicità sui mezzi pubblici sono di questo tenore: “Cittadino credi veramente di avere la coscienza a posto? Sei certo di avere con te il tuo tubetto di asprina?”. E ancora: “Aiutateci a servirvi meglio! Ricordate: Polivitaminico due volte al giorno”. E minacce: “Cittadino al primo accenno di raffreddore: Aspichinino. Uomo avvisato mezzo salvato. 100 di multa a chi contravviene convenzionato”.

In questo futuro, presente, non si è obbligati per legge a seguire le norme sanitarie (ridicola la scena in cui il Nostro vuole aprire il finestrino sull’autobus e per questo viene messo sotto osservazione, posto che la legge prevede la sua possibile apertura solo dal primo di maggio e non ad aprile), ma se si vuole essere assicurato contro le malattie si deve sottostare a norme rigidissime. E ad uno scrutinio sociale da parte di controllori disseminati ovunque: nell’isolato dove si abita, sul luogo di lavoro, sui mezzi pubblici, nei parchi dove si cerca un po’ di intimità. “L’umidità è il nemico da battere”, ecco perché Nico viene fermato con la sua fidanzata da un controllore che brandisce un igrodromo e il tesserino con i due serpentelli intrecciati.

Quella di Aldani è una denuncia preveggente di una società che si è data regole inumane. È un ambiente in cui già si pubblicizzano le bevande decaffeinizzate. In cui il controllo medico diventa una minaccia. In cui la vita lascia il passo alle radiografie. In cui formalmente si è liberi, ma sostanzialmente si è imprigionati in una rete in cui la prima preoccupazione sociale è non correre rischi per la propria salute. Nel libro c’è tutto. La potenza di una scienza che non ha dubbi, ma solo presunti rimedi. La miope burocrazia che cancella il nostro libero arbitrio. Il tentativo di ribellione del singolo che si scontra con un meccanismo per cui nessuno può evadere. Da leggere e da far leggere a chi ci governa.

Nicola Porro, Il Giornale 10 gennaio 2021

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