Il ministro Giuseppe Valditara ha dichiarato che nelle scuole la maggioranza degli alunni deve essere italiano. Guardate che sono delle zone, in Lombardia soprattutto, dove gli italiani sono in minoranza. Non va bene. Perché in questo modo si creano le Banlieue, le periferie ed i ghetti. In realtà, già esiste una legge per cui gli studenti non di madrelingua italiana non possono superare il 30%. Però il punto è un altro.
Ancora oggi c’è chi non capisce il buonsenso di certe proposte, che tuttavia mi sembrano sacrosante. E forse anche banali. Sulla Stampa, leggo questa scrittrice e professoressa di una scuola serale, tale Laura Eduati, che commenta le parole del ministro facendo riferimento alla vicenda del Ramadan di Pioltello, dove la scuola chiude per la festa islamica rinunciando al ponte del 25 aprile.
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“Quelli che a Pioltello seguono il Ramadan – dice la professoressa – sono stranieri solo sulla carta, perché sono italiani. Che facciamo? Salvini e Valditaria vorrebbero anche rivedere il numero massimo di musulmani per classe?”. Non so se vi è chiaro: la professoressa giustifica il fatto che hanno diritto a fare qualche giorno di festa per il Ramadan con il fatto che questi studenti sono italiani. Allora mi chiedo: quella sinistra che si infuriava per le feste religiose a scuola, dove è finita? E poi: cosa avrebbe detto la professoressa Eduati se in una scuola di italiani cattolici integralisti si chiedesse che si togliesse dalla mensa la carne in un certo giorno, non per motivi vegani ma per motivi religiosi?
Che cosa direbbero tutti questi intellettuali se si rispettasse il digiuno che vogliono alcuni cattolici? Direbbero che non si può perché la scuola italiana è laica. Ed è proprio qui che casca l’asino: per alcuni se la scuola italiana è musulmana ha diritto di non essere laica, ovvero il laicismo viene applicato solamente alle nostre tradizioni cristiane cattoliche e non va più bene se il laicismo viene applicato alle tradizioni musulmane che manco ci appartengono. Ragazzi è una roba da matti: laici fino solo quando fa comodo!
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 29 marzo 2024