Pino Insegno e Andrea Giambruno sono ormai da tempo i protagonisti delle prime pagine dei nostri quotidiani. L’uno, attore, eccelso doppiatore, conduttore televisivo di successo e da anni tra i migliori artisti che il nostro paese possa vantare, l’altro, giornalista, autore, mezzobusto di Studio Aperto e oggi conduttore di “Diario del giorno” su Retequattro. Cosa accomuna queste due persone, tanto diverse all’apparenza tra loro? Il rapporto, affettivo nel caso di Giambruno, di amicizia per Insegno, con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Da mesi le cronache nazionali sono minuziosissime nella ricerca del minimo errore, della gaffe, della svista, da parte di entrambi, per poter tuonare alla (quasi) unanimità contro i due non allineati con la maggior parte dell’informazione e dello spettacolo a tinte rosse. Effettivamente, è quasi un unicum per il mondo della televisione italiano, governato sin da tempi atavici dalla sinistra, vedere che uno dei suoi professionisti più rinomati come Pino Insegno addirittura si permetta di presentare un comizio della Meloni (nella scorsa campagna elettorale) o, errore imperdonabile, confessi di esserle amico da oltre vent’anni. Neanche elettore, amico. Peccato mortale. Dunque, si aprono le danze. Non c’è giorno, da quando la Rai ha assegnato al doppiatore la conduzione del programma “Mercante in fiera”, revival dell’omonimo gioco che una quindicina di anni fa lo stesso Insegno aveva condotto con enorme successo di pubblico, che non si leggano critiche per gli ascolti bassi. Per carità, che il programma non stia decollando è evidente, colpa anche di una fascia oraria, in concomitanza con i telegiornali di Rai 1 e Canale 5, particolarmente scomoda. Che l’interesse di alcuni giornali per tutto ciò che Insegno fa in televisione stia diventando morboso, lo è ancora di più.
Su Giambruno invece l’accanimento è conclamato da tempo immemore. La settimana scorsa, per aver definito “transumanza” i flussi migratori dall’Africa, abbiamo letto di tutto. Il lapsus, nel magico mondo della sinistra, non è contemplato. Sennò sei un razzista, fascista, xenofobo ecc. Giambruno ovviamente si è scusato immediatamente, lanciando una frecciatina ai colleghi. “In chiusura un ringraziamento anche a quei colleghi, quelli bravi s’intende, che ogni giorno mi spiegano e mi dicono quello che devo dire o non dire. A quelli che sono così bravi, io dico solo una cosa: vi ringrazio sentitamente, vi sono molto riconoscente, ma davvero molto”. Chissà se il messaggio sarà arrivato. L’apice è però stato toccato questa estate, quando, in riferimento alla violenza sessuale di Palermo, lo scorso 29 agosto, durante una puntata di Diario del giorno, Giambruno aveva pronunciato la arcinota frase: “Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo – ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi”. Apriti cielo. Settimane di polemiche smorzate poi dall’intervento della Premier, che aveva sottolineato come Giambruno probabilmente aveva pronunciato la frase “in modo frettoloso” e che significava “una cosa simile a quella che diceva mia madre: Occhi aperti e testa sulle spalle”. Chiunque non fosse in malafede aveva inteso perfettamente queste parole. Ma, come ben sappiamo, è difficile essere obiettivi per qualcuno, quando la frase viene pronunciata da chi non si dichiara apertamente di sinistra.
Lc, 7 ottobre 2023