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La sinistra tenta il golpe: vogliono mettere al bando i giovani di Fdi

La proposta choc delle associazioni studentesche per mettere al bando Gioventù Nazionale dopo l’inchiesta di Fanpage. E non vogliono fermarsi qui

fanpage gioventù meloniana

In queste ore si è riunito il Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU), organo consultivo del ministero dell’Università e della Ricerca. Il consiglio si compone di 30 membri, studenti universitari o di dottorati, direttamente votati dai loro colleghi. In quest’organo la coalizione dei partiti e delle associazioni studentesche di sinistra, capeggiata da UDU, ha la maggioranza.

Fin qui, tutto bene: un organo che fornisce feedback, relativamente allo stato delle università, provenienti dai diretti interessati: gli studenti.

Eppure i giovani membri di sinistra quest’oggi hanno presentato una mozione che chiede esplicitamente lo scioglimento del partito dei loro colleghi di destra: Gioventù Nazionale. Il motivo? L’inchiesta di Fanpage che ha evidenziato atteggiamenti estremisti da parte di alcuni (da sottolineare alcuni) fra i membri del partito.

E benché tanti membri sia di FdI sia del gruppo giovanile abbiano preso le distanze dalle affermazioni e dai toni riportati nell’inchiesta, i giovani democratici di sinistra non sono soddisfatti e non chiedono solo lo scioglimento di gioventù nazionale, ma anche la necessità di introdurre una clausola antifascista (non meglio specificata) che ogni gruppo universitario deve necessariamente firmare e condividere al fine di sopravvivere e non essere sciolte anch’esse.

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La mozione si apre con un’appassionante e strappalacrime sviolinata ai giornalisti di Fanpage, martirizzati come se fossero entrati nel cartello di Medellín e subissero ogni giorno attentati multipli e angherie di ogni sorta: ebbene, l’inchiesta può anche essere significativa ma i suddetti giornalisti sono entrati in un gruppo whatsapp, hanno mandato delle mail e partecipato a delle scampagnate. Non certo giornalismo di guerra, no?

Dopodiché, le richieste.

Partiamo dalla prima: lo scioglimento di Gioventù nazionale. Andrebbe spiegato ai giovani compagni che la militanza giovanile vede migliaia di studenti impegnati attivamente nella società, nella formazione politica, nel volontariato. Le frange estremiste esistono sia da un lato che dall’altro e fare di tutta l’erba un fascio denota una disonestà intellettuale di notevoli proporzioni: Gioventù Nazionale, ad esempio, non ha mai chiesto lo scioglimento di alcuni gruppi di sinistra, nonostante in questi vi siano membri che partecipano a manifestazioni e convegni ProPal con posizioni assai poco chiare su Hamas.

Poi, varie richieste che ne sottendono una, principale: una clausola antifascista. Premesso che chi scrive, vista la brevità della mozione, non riesce a comprendere come la suddetta clausola possa funzionare, cosa possa includere (perché fascismo sì ma comunismo no, ad esempio) un’altra domanda sorge spontanea: i giovani di sinistra vorrebbero sostituirsi alla Legge? Non esiste già un organo preposto al controllo e alla repressione degli estremismi ovvero la Giustizia? Perché questa voglia di interporsi ad essa e stabilire autonomamente delle regole proprie che però devono essere estese anche agli altri? Mistero.

Ovviamente prontissima è arrivata la risposta di Azione Universitaria, a firma del Capogruppo Mario Russo: “ “Il CNSU non è un tribunale del popolo brigatista ma noi ci dichiariamo pronti – sin da subito – ad unirci a un coro unanime, cui possa unirsi la parte più moderata di questa sciagurata maggioranza in CNSU, che possa esprimere l’adesione delle Organizzazioni presenti in CNSU alla Risoluzione 2019/2819(RSP) del Parlamento Europeo e mostrare il volto più fresco della nostra Generazione: contro ogni totalitarismo – nazismo, comunismo e fascismo – e contro ogni forma di antisemitismo dilagante, anche alla luce della ferita riaperta dal conflitto israelo-palestinese.”

Non resta che attendere la replica del Ministro dell’Università alla mozione, che più che una lucida riflessione e uno sprono al dialogo, pare un tentativo di cavalcare l’onda mediatica degli eventi per ottenere la resa della controparte.

Alessandro Bonelli, 17 luglio 2024

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