La storia è vecchia come la vicenda politica di Ilaria Salis, dunque non moltissimo. Ma se ne è parlato eccome in questi mesi in cui l’ex detenuta di Orban è passata dalle carceri ungheresi al palazzo dorato di Bruxelles. Ricordate? Aler, l’azienda lombarda che gestisce l’edilizia popolare, sostiene di vantare un credito nei confronti dell’eurodeputata di Avs da circa 90mila euro l’occupazione abusiva di un alloggio in via Borsi a Milano. Il Consiglio regionale lo scorso giugno aveva approvato una mozione di FdI per chiedere “il pignoramento per morosità”, lei si era difesa affermando che “i movimenti per la casa colmano vuoti laddove le istituzioni riescono” e intanto Aler pare si stia muovendo per riscuotere il debito.
Il primo passaggio è quello di notificare ad Ilaria Salis il presunto debito. Ma al momento, secondo Pietro Senaldi, l’azienda non sarebbe riuscita a trovarla. Possibile? “L’istituto delle case popolari di Milano la insegue da tempo per ottenere il pagamento di una quindicina d’anni di canone arretrato per la casa occupata illegalmente nel quartiere Navigli – scrive Libero – Fanno 90mila euro, all’incirca sei mesi del suo nuovo stipendio, ma nessuno riesce a metterle il sale sulla coda.
I suoi sponsor di Alleanza Verdi Sinistra dicono che non è colpa sua, è che non le è arrivato nulla. Innegabile, ma omettono di ricordare che questo dipende dal fatto che la loro beniamina ha comunicato una residenza, in via Tre Castelli, estrema periferia sud di Milano, dove non risulta. L’ufficiale giudiziario va, ma non trova il nome “Salis” sul citofono e nessuno nel circondario l’ha mai vista o sa dire qualcosa”.
Questione spinosa. Che Ilaria Salis ritenga lecito occupare immobili pubblici disabitati non è una novità, avendo rivendicato pubblicamente di aver fatto parte dei movimenti per la casa e di considerarla l’unica “politica abitativa” seria. Discutibile, ovviamente. Ma qui il punto è che Aler sostiene di dover incassare circa 90mila euro, cifra che in realtà dovrà essere poi determinata da un giudice. Ilaria ribatte che la richiesta si basa “esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata all’interno dell’appartamento” sebbene “nei successivi sedici anni non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza”. Vero è che non è mai stato “avviato alcun procedimento civile o penale” rispetto a quella casa”, ma e che intanto l’azienda ha contabilizzato una “indennità di occupazione”, ma quello che ora Aler vorrebbe fare è proprio notificare il debito e permettere al giudice di provvedere a decretarne l’importo. Per poi, come prevede la mozione, “avviare le procedure legali” per recuperare il credito anche, se necessario, ricorrendo al “pignoramento dei conti correnti“.
“Il debito le va notificato – scrive Senaldi – perché altrimenti secondo la legge non si può esigere, in quanto la signora potrebbe sostenere di non esserne a conoscenza, malgrado tutta Italia ne sia al corrente. Lei è ovunque: a Bruxelles, sui social, a casa di papà, a ogni incontro anti-fascista e pro occupazioni clandestine; non la si trova soltanto dove ha dichiarato di risiedere. Perciò i messi dell’istituto di case popolari continuano a bussare a una porta fantasma“.
Come risolvere la questione? Secondo Senaldi, “pare che l’escamotage pensato dalle case popolari milanesi sia affidare la pratica a un’agenzia di recupero crediti, di quelle con una licenza speciale, autorizzate dalla questura a operare in qualsiasi modalità sia necessaria, secondo l’articolo 115 del Testo unico di legge per la Pubblica Sicurezza. Sarebbe già pronto un appalto per decidere chi farà il lavoro sporco, senza che enti pubblici possano essere accusati di alcunché da Salis o dai suoi compagni, politici e di occupazioni illegali”. Ilaria non sarà l’unica. La stessa Salis ricordava che “il totale dei crediti contabilizzati da Aler ammonta infatti ad oltre 176 milioni di euro”, dunque secondo Senaldi la sua pratica “verrà inserita nella più ampia operazione che l’Aler ha in cantiere di recupero di tutti i crediti presso gli affittuari morosi o gli occupanti”.
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