Politica

La Stampa è al ridicolo: “La destra contro gli scoiattoli”

L’ultima spiaggia della sinistra (e compagni): la difesa dei cinghiali e una narrazione fuori dalla realtà

flavia perina legge di bilancio cinghiali

Ho letto Flavia Perina e mi son trasformato in Giovannone, il sotto’o’o del Mascetti: “’Un ho capito un cazzo!”. L’ho detto senza arrotare i coltelli, ma con la medesima convinzione. Una paginata, sulla Stampa (what else?) di psichedelica rilettura della realtà. Si tratteggiano distopici scenari urbani alla MadMax, romani che girano per strada col kalasnhikov a caccia di timidi topolini: “Ecco: è l’informazione che volevo”, come farfuglierebbe Lello Mascetti.

Si parla, anzi si straparla, dell’emendamento della Commissione Bilancio della Camera che, in due parole, consente l’attività venatoria anche nelle aree attualmente sottoposte “a divieto assoluto” (in Italia niente mai è vietato, tutto è sempre “severamente vietato”: lo Stato non si fida in partenza né dei cittadini, né di se stesso, e fa la patetica voce grossa). Insomma se al parchetto trovi un animaletto selvatico, puoi scatenare la Grande Berta. Magari non è proprio così, la faccenda andrebbe dettagliata meglio, ma per Perina basta e avanza a dischiudere prospettive apocalittiche, del genere fantozziano: romani assetati di sangue che rafficano a tutto quello che si muove; veramente ci siamo già, con la differenza che nell’Urbe non si tira ai cinghiali ma tra bestie bipedi; ma tutto questo Perina non lo sa, è distratta come Melina, la figlia del Mascetti: anche Flavia “sparecchiava”, se no le toccherebbe dar conto della malagestione decennale della sua parte politica, la sinistra grillopiddina, meglio prospettare l’inosabile, la caccia allo scoiattolo urbano. Da “sparecchiavo” a “sparacchiavo”.

In linea di massima, quanto paventato da Small Pear potrebbe anche essere condivisibile: nel senso che un emendamento del genere la dice lunga sul modo che hanno sinistra e destra di risolvere i problemi. Una li origina, li lascia tracimare, l’altra sceglie la soluzione più bestiona e impraticabile. Roma grazie ai post compagni è diventata uno zoo a cielo aperto, una riserva naturale, la cinghiala piglia il posto della lupa negli stemmi municipali? Per i post camerati basta imbracciare la doppietta, che ce vo’? Senonché, proprio perché azzardata, sarà l’ennesima misura pronta ad essere abortita (continuando così, la guida della destra se la piglia honoris causa Emma Bonino). Come per ogni cosa di questo governo, italianni!, patriotti!, fortemente indeciso a tutto tranne che dispiacere a chicchessia.

Il punto, qui, è che la prospettiva di Little Pear pare delirante e, cosa non secondaria, scritta in modo astruso al limite del fantascientifico. I romani che scannano scoiattoli, poi li scuoiano e se li magnano schioppettando allegramente fra quelli del jogging a Villa Pamphili? Donna Giorgia che minaccia “la nostra wildness”, “i ritmi ancestrali del creato”? Va beh, ma nun se po’ sentì, e daje, Flaviè, ma chi ce crede? Manco un fumetto di Zerocalcare, l’intellettuale preferito da Flavia, Lancia Flavia, lancia la provocazione, che qualcuno abbocca: “Sappiamo che alla cultura leghista piace tantissimo l’idea della ronda, una volta contro gli immigrati e adesso contro i lupi e gli orsi”. Oh, santo cielo: ma qui, veramente, sono gli immigrati che fanno la ronda contro le donne, specie a Capodanno. Qui, veramente, per una paccata sul culo di una velina uno si becca un anno e mezzo di galera, la vita distrutta, mentre la meglio gioventù egiziana che assalta in branco non si fa un’ora di arresti.

Diremmo che la transizione nera-rossa di Perina, arrivata a questo livello di omissione e di revisionismo, è compiuta. Fatto è che le provocazioni, benedette, benvenute, però andrebbero calibrate: “Ora che il vecchio catalogo dei grandi nemici è praticamente inservibile – sono al governo, non possono più sparare sull’Europa, sulle banche, sui poteri forti, sull’egemonia culturale della sinistra, sul capitalismo mondialista – si ripiega su nemici più piccoli: orsi, lupi, cinghiali, volpi, al limite anche faine e scoiattoli, che si sa, ammazzano le galline e rubano le noccioline”. E va beh, essù! Cip e Ciop tremano, La Russa è uscito con la lupara. Gli scoiattoli ammazzano le galline? Ah no, quelle sono le faine. E i rubagalline? I Pd a Bruxelles, ma non diciamolo: ci vuole più Europa. E i lupi? Quelli, veramente, li vuole sterminare la baronessa Ursula (una che a Flavia piace parecchio), per volgare rappresaglia siccome zanna bianca le ha ucciso un purosangue.

Quanto all’egemonia culturale della sinistra, non si vede perché non contestarla comunque, governo o meno, dato che c’è: culturale poco, ma quanto a egemonia abbiamo ancora sulla pelle trenta mesi di regime bastardo passato per due governi, quello del premier escogitato da una società di informatica – sì, proprio quello che diceva di fidarsi dei talebani, che tutto sommato erano dei bravi diavoli; e l’altro escogitato dalle lobby bancarie, con la regia del presidente quadridosato e quadrinfettato. E fermiamoci qui, per carità di patria.

Questa Perina è una dei tanti, le tante rivoltate e gabbanate, che tocca fa per restà a galla, dalla destra venatoria alla sinistra svenata a forza di shot vaxxinali: dal nero Msi al Verde Greta, da Almirante a Bonelli, da Giano Accame a Marco Travaglio, dalla (lunga, un decennio) direzione del Secolo d’Italia allo spazietto su la Stampa: di quelle coerenti dentro, che vivono un percorso articolati sofferto, ma, a loro modo lineare: diceva Flaiano che in Italia il tragitto più breve fra due punti è un arabesco, ce l’aveva con la burocrazia, ma vale anche per certi politici-giornalisti. A ripensarci, qualcosa di vero nell’intemerata periniana sulla Roma criminale a caccia di scoiattoli, serie Disney-distopic, potrebbe esserci: una strage di teneri roditori, per farne commercio clandestino in Europa, una delle tante attività borderline del partito di Flavia, il Pd (tutto il resto sono filiali).

Occhio, stiamo in campana, che quelli sono capaci di tutto. Sostiene Perina che “I Verdi, da una prospettiva animalista (cioè da bestie?, ndr), contestano la novità (sic) annunciando ricorsi alla Corte Europea”, e fortuna non a quella dei Diritti dell’Uomo. I Verdi farebbero meglio a preoccuparsi di chi candidano, gente il cui clan familiare trattava gli umani molto peggio dei cinghiali. Ma su questo Flavia glissa, è troppo angosciata per la sorte di Cip e Ciop minacciati da Soldier Giorgia. Una talmente fascista che non riesce neanche a cancellare un bonus, psico o jovanotto che sia, al massimo lo rinomina. Ah Flaviè, ma ci sei o ci fai?

Max Del Papa, 22 dicembre 2022

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