Politica

La strategia del “panino”: Schlein vuol candidare Ilaria Salis

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In principio fu Lucia Annunziata, sicura di un posto in lista per le Europee dopo la rumorosa (e un tantino pretestuosa) uscita dalla Rai. Poi Antonio Decaro, sindaco di Bari finito nella bufera, maldestramente difeso da Michele Emiliano, pronto a traslocare armi e bagagli a Bruxelles. E adesso? Il partito ha chiesto quasi ufficialmente a Elly Schlein di candidarsi e, anche se per il momento il segretario non ha sciolto la riserva, è probabile che alla fine lo farà. Intanto è al lavoro per infarcire le liste di nomi noti o meno noti per portare gli elettori alle urne. Tra questi ci sarebbe anche Ilaria Salis, la “maestra” detenuta in Ungheria con l’accusa di aver aggredito e picchiato un neonazista.

Ilaria Salis candidata col Pd?

Sono molti i nomi circolati in questi mesi per le liste dem, dall’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio al “medico di Lampedusa” Pietro Bartolo. E adesso pure Ilaria Salis: “Non è detto che l’operazione vada in porto – fa sapere Repubblica – ma se n’è discusso, al Nazareno”. La famiglia al momento non si è sbilanciata e la diretta interessata, ovviamente, non ha avuto modo di mostrarsi disponibile all’operazione anche se una eventuale candidatura le permetterebbe di evitare una detenzione che, a giudicare dalle ultime lettere dal carcere, le sta pesando eccome. L’idea sarebbe quella di candidare cinque donne della società civile come prime della lista in tutte le circoscrizioni, poi piazzare un esponente politico al secondo posto (in questo caso per ovvi motivi di alternanza di genere imposti dalla legge sarebbero tutti uomini) e poi in terza posizione infilare il nome di Elly Schlein. La chiamano la “formula del panino” che però a quanto pare non convince ancora tutti nello staff di Schlein, anche perché le donne del partito sono in rivolta rischiando con questo schema di essere escluse in massa dalla rielezione.

L’udienza in Ungheria

Intanto oggi è prevista l’ennesima udienza del caso Ilaria Salis. La storia dell’antifascista venne alla luce in Italia quando la famiglia riuscì a registrare le immagini della detenuta portata in catene in tribunale tenuta al “guinzaglio” dai poliziotti. Salis ha chiesto i domiciliari, che però al momento non le sono stati ancora concessi. Il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, al Tg1 ha detto che “è venuta in Ungheria come parte di una gang di estremisti di sinistra e ha picchiato persone innocenti”.

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