Quindi abbiamo capito che: 1. gli inglesi stanno andando alla grande, nonostante i titoli terroristici dei giornali italiani; 2. il Belpaese si è convinto di essere il migliore nella gestione dell’epidemia, idea senza riscontri nella realtà; 3. la caccia ai no vax, avviata da certa stampa e ripresa dai governatori, non porterà da nessuna parte. 4. anche i Paesi super-vaccinati, come l’Irlanda, registrano un numero di contagi altissimo.
L’intervista di Andrea Crisanti (televirologo star) di questa mattina a L’Aria che tira suona come una sveglia ad un Paese che conserva “un atteggiamento così provinciale” e che per battere l’epidemia ha scelto la strada sbagliata. Anziché concentrarsi sulle terze dosi, che sono in ritardo, ha preferito puntare il dito contro chi non ha alcuna intenzione – legittimamente – di vaccinarsi. Guerra a no pass e no vax, scomunicati pure dalla Cei, anziché politiche per frenare la pandemia.
“Qui in Inghilterra il governo ha deciso di accelerare sulle terze dosi, e noi lo sapevamo da giugno. Israele aveva 10mila casi a fine giugno ed era evidente che sarebbe servito il booster”, dice Crisanti a Myrta Merlino. “L’Italia ha questo atteggiamento da provinciale, dove si pensa di essere i migliori e non si guarda cosa succede dall’altra parte del mondo. Noi abbiamo fatto le immunizzazioni tra aprile e luglio, era evidente che avevamo un vantaggio perché ci siamo immunizzati più tardi”. E ancora: “La guerra ai no vax distoglie l’attenzione dall’obiettivo principale: in Inghilterra si sono vaccinati il 74% della popolazione e hanno 40mila casi al giorno. In Irlanda, dove s’è vaccinato il 93% della popolazione over 18, è la nazione che ha più contagi al giorno. Dunque c’è qualcosa che non capiamo”. Secondo il microbiologo, “i no vax non devono essere la foglia di fico per coprire errori di strategia e di decisione: non abbiamo fatto nessuna analisi per capire quali erano i vaccini che davano più protezione, ma abbiamo fatto questo miscuglio….”. Una gran confusione che non darà dal punto di vista medico alcun problema, certo, ma che ci impedisce di sapere quale siero sia migliore né “quale sia il livello di protezione della popolazione”. Non proprio un gran risultato.