Una prima svolta. O comunque una mossa che confonde un po’ le acque. A calare la briscola sul campo da gioco è il centrodestra, che ha convocato una conferenza stampa dove mettere sul tavolo la rosa dei propri candidati: ci sono Letizia Moratti, Carlo Nordio, Marcello Pera. Elenco che potrebbe produrre una “contro-rosa” dei giallorossi.
Nella mattinata erano proseguite le interlocuzioni tra i leader. Oggi si sono incontrati Tajani e Enrico Letta. Salvini invece si è visto con i suoi parlamentari e delegati regionali. Poi il vertice a tre con Meloni e Forza Italia intorno all’ora di pranzo. E infine la conferenza stampa tanto attesa. I nomi per ora sono tre, come detto. Moratti, Pera e Nordio. In ombra restano due figure che avrebbero le qualità, ma avendo una tessera di partito per il momento restano fuori dalla partita. Antonio Tajani, ha detto Salvini, “ha il titolo per ambire alla carica, ma in un ottica di dialogo non presentiamo un capo di partito”. Stesso discorso per Maria Elisabetta Alberti Casellati, che gli alleati di centrodestra non voglio “bruciare” adesso. Per Giorgia Meloni i tre petali di rosa “non sono candidati di bandiera, né di tattica, ma personalità di altissimo profilo”.
La novità odierna è che dal centrosinistra non sono arrivate chiusure o secchi no. Enrico Letta ha aperto il dialogo: “Sono tutti nomi di qualità, valuteremo senza pregiudizi”, ha detto il segretario del Pd. “È una buona risposta, un passo in avanti”, ha ribattuto il segretario della Lega. Letta insieme a Conte e Speranza si sono riuniti per decidere come “reagire” alla mossa del centrodestra: presentare una “contro-rosa” o attendere? Quelli del centrodestra “sono sicuramente nomi di peso”, ha detto il ministro dell’Agricoltura e capo delegazione M5S al governo, Stefano Patuanelli. Un po’ meno drastico ma comunque aperturista anche l’ex premier Conte: i nomi “li rispettiamo e ci riserveremo di valutarli – ha spiegato – però c’è una premessa da fare: se uno schieramento ha qualche voto in più ma non ha voti sufficienti, non può vantare un diritto di prelazione a eleggere un capo dello stato di una certa area politica. Il nostro percorso è ben diverso: una figura super partes, di alto livello, che ci renda tutti orgogliosi”.
Sullo sfondo restano ovviamente due candidature di peso. Da un lato quella di Pier Ferdinando Casini, che oggi ha pubblicato una foto amarcord per “rilanciare” la sua corsa. E quella di Mario Draghi, che però registra oggi l’opposizione di Conte. Il leader dei 5 Stelle ha detto senza mezzi termini che deve “rimanere timoniere al governo”.
Vada come vada, comunque, il passo in avanti del centrodestra ha sicuramente smosso le acque. E potrebbe permettere di arrivare a quel risultato indicato sia da Renzi che da Letta: eleggere “presto” l’erede di Mattarella, possibilmente entro giovedì o venerdì, e magari iniziando pure a fare due votazioni al giorno.
Entrando al vertice di centrodestra, Salvini aveva seminato alcuni indizi sugli altri nomi in lizza: “Casini in una rosa di centrodestra non c’è”. E ancora: “Draghi già lavora bene a Palazzo Chigi” ed è bene che resti lì. Infine, il leader della Lega si è detto “fiducioso”, perché “mi sembra ci sia un clima positivo”. In queste ore era emerso il nome di Franco Frattini, subito silurato da Renzi e Letta per una presunta posizione filorussa. Salvini la ritiene una “follia”, ma precisa anche che “non lo conosco”. Per ora non è tra i papabili. Ma mai dire mai.
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