Tra pochi giorni i malati non solo dovranno pagare le tasse per essere curati ma addirittura una tassa se guariscono. Siamo all’assurdo ma è tutto vero. La nuova manovra economica cosa inserisce? “La tassa sulla fortuna”. Ovvero una tassa maggiorata per chi vince alle slot machine, alle lotterie, alle scommesse.
L’hanno chiamata la “tassa sulla fortuna”. Ma quale fortuna? Anche l’Istituto Superiore di Sanità ormai da decenni ha denunciato che il gioco non è tentare la fortuna, ma una malattia: si chiama ludopatia. Da qui nasce la deriva di uno Stato che si permette di drogarti legalmente facendoti diventare dipendente da giochi e lotterie, da un nuovo e strano tipo di “democrazia” che non ci controlla più attraverso le catene ma attraverso i piaceri.
Piaceri che poi, come nel gioco, nelle sigarette, nell’alcol, ci rendono schiavi. E su queste nostre malattie dobbiamo pagare anche le tasse? La storia ci ha dimostrato che ogni vincita prevede una perdita e in quel sottile continuo gioco adrenalico di affidarsi ad un dado come ad una carta o nella solitudine della saletta di un bar.
Perché le nuove leggi, le stesse che poi li tassano, considerano anche giuridicamente i giocatori dei malati. Nei bar ci devono essere sale a parte dove giocare: una quarantena di ammalati che, secondo lo stesso Stato che guadagna sul contagio, devono rimanere isolati dagli altri. Un ulteriore aggravio della malattia “gioco” che nasce, come tutte le dipendenze, dalla solitudine e dall’isolamento sociale ed economico.
Isolati, additati, “quello gioca con le macchinette”, sempre più soli magari nella vergogna delle nostre case dove ormai tutti possiamo perdere soldi giocandoci la vita anche davanti ai nuovi tanti tantissimi siti internet che fanno di tutto per farci cadere nel baratro della “fortuna”.
Un Governo degno veramente di questo nome dovrebbe stare zitto, nascondendo sotto la sabbia i propri guadagni dalle nostre debolezze (politicamente può essere comprensibile), ma oggi il Governo attuale è talmente sovranista che si può permettere addirittura di tassare le nostre malattie. Se vuole essere educativo il nuovo Governo “green” che cerca di salvare l’ambiente, almeno prima si occupi di non farci giocare il cervello.
Gian Paolo Serino, 21 ottobre 2019