6. L’ISS mostra, ipoteticamente a sostegno della tesi che le peggiori incidenze di chi ha fatto il booster tra gli Under60 siano da ascrivere al contributo negativo dei fragili di queste popolazioni, una tabella dove dichiara che, con l’allontanarsi dalla data del 22 novembre, le incidenze migliorino solo per le popolazioni Over60, mentre restano sostanzialmente le stesse per le popolazioni under 60
Giova ricordare ancora una volta, il modo corretto di leggere la rappresentazione scelta dell’“uno ogni…”: a valori bassi in questo tipo di grafico corrispondono incidenze (e quindi rischi) alti. Quindi, quando si valuta il rapporto tra Vaccinati 3 dosi con Vaccinati 2 dosi >120gg (81/229=0,4) significa che il rischio di essere ospedalizzato di chi ha fatto la 3a dose è 2,83 volte superiore a quello di chi ne ha fatte 2 da più di 120 giorni (229/81=2,83).
Quindi il fatto che nel tempo, allontanandosi sempre di più dalla data a partire dalla quale le 3e dosi sono state aperte a tutti e non solo agli anziani ed ai fragili (22 novembre 2021), l’aumento di questo rapporto si vede solo nelle popolazioni Over60 conferma quello che diciamo: per gli Under60 i rischi aumentano con la 3a dose e che l’handicap di aver avuto, all’inizio della campagna vaccinare del booster, inizialmente solo fragili, non viene corretto con l’ingresso nelle statistiche dei non fragili degli Under60. Di fatto l’analisi dell’ISS offre un’ulteriore conferma di quello che dicevamo, ed avendo ottenuto lo stesso risultato partendo da un altro punto di vista le nostre deduzioni si consolidano.
Questo effetto, mostrato per le incidenze nelle ospedalizzazioni, si conferma per le incidenze di decessi con approccio progressivo (decessi 14 giorni dopo il contagio):