7. L’ISS riporta , infine, una serie di considerazioni e studi, attingendo anche a report provenienti da UK e Israele, dichiarandoli in coerenza con la loro tesi che i booster diminuiscano e non aumentino i rischi di ospedalizzazioni/decessi
Per il discorso relativo ai dati che emergono dagli altri Stati, esistono studi che si contrappongono a quelli citati dall’ISS e che vanno nella stessa direzione del nostro fatto sui dati italiani: in particolare su Israele si segnala un nostro articolo che mostra come già su questa popolazione le criticità delle 3e e 4e dosi emergano evidenti. Qui il link: “Booster e picco di morti: Israele non è più un modello”.
Inoltre si potrebbe aprire un capitolo a parte in merito alla bilancia “rischi/benefici” dei vaccini, discorso sul quale ci siamo soffermati in un altro articolo a cui rimandiamo:” Vaccini, rischi e benefici: la verità sui dati negli under 60” . Per quanto concerne l’efficacia del vaccino nel tempo, ci sembra che l’ISS sottovaluti un problema che potrebbe essere fondamentale: quello dell’efficacia negativa. Questione invece ben nota da tempo come si evince dallo studio in Qatar (link) e recentemente in quello Danese con la variante Omicron (link) e pure in questo studio (link), dove si valuta un confronto del decadimento dell’efficacia nel tempo sia dopo la somministrazione della seconda dose che dopo la terza.
Riportiamo di seguito grafici presi da questi studi citati che testimoniano tale problema e ringraziamo il Dott. Donzelli e il Dott. Franchi per il materiale qui segnalato.