Si consideri anche questo studio (link) dove viene messa in discussione la bassissima efficacia sia di Pfizer (30%) che di Moderna (11%) contro l’infezione dopo la 4° dose. In questo studio recente (link) vengono presentate prove che la vaccinazione, a differenza dell’infezione naturale, induce una profonda compromissione della segnalazione IFN dell’ interferone di tipo I, con diverse conseguenze negative per la salute umana.
Per tali motivi sarebbe giusto comunicare che l’efficacia del vaccino non è realmente una misura intrinseca del farmaco somministrato, ma è una misura delle prestazioni del sistema immunitario di chi riceve il vaccino, rispetto a quello di una persona non vaccinata. La prima volta che il corpo incontra un patogeno, possono essere necessari diversi giorni per creare e utilizzare tutti gli strumenti necessari per combattere l’infezione. Dopo l’infezione, il sistema immunitario ricorda ciò che ha imparato su come proteggere il corpo da quella malattia.
I vaccini presumibilmente aiutano a sviluppare l’immunità imitando un’infezione. Una volta che l’imitazione dell’infezione indotta dal vaccino scompare, al corpo viene lasciata una scorta di cellule T “di memoria” e anticorpi che ricorderanno come combattere quella malattia in futuro. Quando le autorità affermano che l’efficacia dei vaccini si indebolisce nel tempo, ciò in realtà significa che le prestazioni del tuo sistema immunitario si indeboliscono nel tempo.
Riassumendo quindi:
- Un’efficacia del vaccino del + 50% significherebbe che i vaccinati sono il 50% più protetti contro la Covid-19 rispetto ai non vaccinati. In altre parole, i vaccinati hanno un sistema immunitario migliore del 50% nell’affrontare il Covid-19.
- Un’efficacia del vaccino dello 0% significherebbe che i vaccinati non sono più protetti contro il Covid-19 rispetto ai non vaccinati, il che significa che i vaccini sono inefficaci. In altre parole i vaccinati integralmente hanno un sistema immunitario pari a quello dei non vaccinati nell’affrontare il Covid-19.
- L’efficacia del vaccino del -50% significherebbe che i non vaccinati sono il 50% più protetti contro Covid-19 rispetto ai vaccinati completamente. In altre parole, le prestazioni del sistema immunitario dei vaccinati sono peggiori del 50% rispetto alle prestazioni naturali del sistema immunitario dei non vaccinati.
Il problema dell’efficacia negativa riscontrata negli individui vaccinati dopo sempre minori lassi temporali è un fatto grave e serio, che riguarda la capacità del nostro sistema immunitario di reagire: in termini medici si definisce ciò “anergia. E questo è un motivo per cui le autorità verificatrici dovrebbero approfondire con studi comparativi per dimostrane innocuità ed efficacia, nella somministrazione di dosi continue e ravvicinate nel tempo.
Conclusioni
A chiusura di questa nostra risposta, approfittando dell’attenzione che l’ISS ha dato, ci sentiamo di proporre alcuni approfondimenti che solo chi ha i dati sorgenti in mano può fare:
- È possibile generare una tabella nei prossimi report dove vengano inseriti i casi di reinfezione per stato vaccinale per capire la protezione naturale vs. protezione vaccino in una modalità equivalente a quella riportata per i casi di contagio/ospedale/T.I./decessi su popolazione italiana? I guariti non vengono mai menzionati eppure si stima siano almeno più di 10milioni!
- È possibile con i dati da AIFA, produrre una tabella come la tabella 2, ma solo per gli effetti avversi gravi per poter fare un calcolo rischi/benefici più puntuale?
- È possibile avere una spiegazione del fatto che le distribuzioni tra le popolazioni vaccinali afferenti alla stessa giornata di rilevamento riportate nei differenti bollettini siano sempre diversi tra loro, pur riferendosi allo stesso identico momento? Si riporta qui di seguito, a titolo di esempio, gli estratti dei bollettini del 23 febbraio che fanno riferimento alle rilevazioni puntuali del 22 gennaio 2022 e del 15 gennaio 2022: queste popolazioni erano già state riportate nei bollettini del 2, del 9 e del 16 febbraio.
In definitiva, riteniamo di non poter accettare le critiche che ci sono state mosse e ribadiamo pertanto la nostra tesi di fondo: la terza dose per gli under 60 aumenta i rischi di ospedalizzazione e decesso per chi si contagia, e questo vuol dire che la vaccinazione a tappeto indiscriminata deve essere fermata.
Inoltre, viste le notizie di questi giorni dove si conferma l’apertura ufficiale delle 4e dosi per i fragili e gli anziani, con le sempre più insistenti voci che raccontano dell’intenzione di allargare a tutti la 4a dose in autunno, ribadiamo come tutto ciò sia ingiustificato e pericoloso anche alla luce delle evidenze emerse dalle nostre analisi e in questo confronto con la Presidenza dell’ISS.
Se la terza dose presenta i problemi che abbiamo evidenziato, e tale tendenza si conferma anche con gli ultimi dati pubblicati dall’Iss, la quarta farebbe probabilmente ancora peggio.