La tirannia delle minoranze

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Erano “minoranze eroiche” quelle che nel Risorgimento hanno ricongiunto l’Italia all’Europa civile; quelle che precipitarono il paese nel baratro della prima guerra mondiale, che segnò la finis Europae; quelle che marciarono su Roma instaurando la dittatura fascista e la sospensione dello Statuto albertino; quelle che animarono la Resistenza, aiutando gli angloamericani ad abbattere la RSI infeudata a Hitler; quelle che nel ’68, con la contestazione, fecero a pezzi l’Università italiana; quelle che oggi occupano gli Atenei chiedendo la fine di ogni rapporto con Israele.

Di volta in volta, le “minoranze eroiche” hanno goduto di buona stampa in virtù di un antico riflesso romantico teso ad esaltare la vita, il dissenso, il movimento —visto, quest’ultimo come il vento che soffia sullo specchio d’acqua impedendogli di diventare una palude.

A una “maggioranza silenziosa” che spesso vota per i ‘partiti moderati’ o ‘dell’ordine’, viene contrapposto il ‘paese reale’ fatto di cittadini consapevoli che vogliono cambiare le cose e sostituire alla superstizione del passato la proiezione verso l’avvenire. Si è arrivati al punto che la parola ‘eretico’ è divenuta un alloro conferito a quanti —liberali, socialisti, democratici ecc.— hanno fatto del mestiere del “bastian contrario” la loro divisa. Sennonché progresso e tradizione, destra e sinistra, difesa dell’esistente e volontà di cambiarlo, fanno riferimento a valori che stanno tutti sullo stesso piano. A stabilire quali debbano prevalere, sono i rappresentanti del popolo non gli squadristi, neri o rossi, che invadono vie e piazze, potendo contare spesso sull’indulgenza dei magistrati per i quali una buona causa, pur se sostenuta con mezzi violenti, non può essere sottoposta alle forche caudine del codice penale.

Il nuovo non è portatore di valori positivi per definizione. Era eretica anche la minoranza degli ‘arrabbiati’ che accusava Robespierre di tagliare poche teste, erano eretici anche i fascisti alla Farinacci che rimproveravano al Duce il suo ‘giolittismo’. Steven Levitsky e Daniel Ziblatt hanno scritto un saggio bipartisan, Tyranny of the Minority, che si spera di veder presto tradotto in italiano.

Dino Cofrancesco, 29 maggio 2024

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