Cronaca

“La trappola è scattata”. Così è stato catturato l’orso Jj4

Jj4 presa in un’area di mezza montagna: così gli operatori della forestale trentina hanno dato la caccia all’orso assassino

Cronaca

L’hanno acciuffata ieri sera, dopo giorni di caccia su una larga fetta di territorio del Trentino. L’orso Jj4, una femmina, responsabile della morte di Andrea Papi, è rimasta intrappolata in un tubo predisposto appositamente per lei.

La delicata operazione ad opera del Corpo forestale trentino è stata realizzata nei boschi della Val Meledrio. I dettagli sono stati riferiti dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e dal dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col, in una lunga e partecipata conferenza stampa. I forestali hanno disposto le trappole “tubo”, piazzato numerose fototrappole e operato anche con i cani per allontanare l’animale dalle aree antropizzate. Ieri sera Jj4 è caduta nel tranello in un’area di mezza montagna: attirata dalla frutta messa all’interno del tubo, è poi rimasta intrappolata insieme a tre “cuccioli” autosufficienti di 35-40 chilogrammi di peso. Si tratta di due esemplari di due anni di vita e sono in fase di svezzamento, due dei quali sono finiti all’interno del tubo. “Si sono allontanati autonomamente dall’area dopo la cattura della madre – fa sapere la Provincia – L’identità di Jj4 è stata confermata dalle marche auricolari”.

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Il dettaglio non è di poco conto. Jj4 infatti si trovava in un’area dove è confermata la presenza di circa una ventina di orsi. Il compito del corpo forestale era quello di catturare l’animale “giusto” senza ingabbiare gli altri e soprattutto garantendo il massimo della sicurezza a tutti gli operatori. Jj4 si era avvicinata alla trappola anche nei giorni scorsi, per poi sfuggire e par perdere le sue tracce fino a ieri sera alle 23. L’orsa ingabbiata è stata sedata e poi trasportata, sempre dentro la trappola tubo, a Trento.

Adesso l’orsa JJ4 si trova ora nell’area faunistica del Casteller, l’unica struttura italiana autorizzata a custodire animali pericolosi grazie a sistemi di sicurezza e protocolli che ne permettono la gestione. “La soddisfazione si mescola all’amarezza per quanto accaduto a Caldes” ha detto il presidente Fugatti in conferenza stampa. “Avremmo voluto dare questa notizia nel 2020, ma l’abbattimento prima e la cattura poi erano state bloccate dai tribunali”.

Il futuro di Jj4 adesso è appeso a un filo tenuto dal Tar trentino. La Provincia aveva chiesto al Tribunale amministrativo di anticipare a dopodomani l’udienza prevista per l’11 maggio, ma i giudici non hanno accettato. Le associazioni ambientaliste vorrebbero avanzare la proposta di spostarlo in una sorta di riserva all’estero, mentre Fugatti insiste per l’abbattimento di un animale oggettivamente pericoloso. Lo dice la cronaca, visto che un ragazzo di 26 anni ci ha rimesso la vita. Ma anche le relazioni dell’Ispra, secondo cui si tratta di un orso “problematico” e secondo cui ci sono tutte le condizioni per il suo abbattimento. “Negli scorsi giorni l’animale adulto aveva dato evidenti segnali di aggressività – ha spiegato l’ing. De Col – distruggendo le fototrappole distribuite sul territorio dai forestali per monitorare i suoi spostamenti. L’operazione si è dunque dimostrata particolarmente difficile per garantire la sicurezza degli operatori”. Se il Tar dovesse dare il via libera, per JJ4 si procederebbe con l’eutanasia.

Nel frattempo, la forestale sta dando la caccia anche ad altri due orsi considerati pericolosi: MJ5 (l’animale che ha ferito un uomo in Val di Rabbi il 5 marzo scorso) su cui Ispra si è già espressa favorevolmente e M62, su cui è atteso un pronunciamento. Altri 70 orsi “in eccesso” dovranno essere trasferiti altrove.

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