Ma, se scosti un attimo Togliatti, oggi rischi di trovarci Tafazzi. Che immagine può dare agli stessi emiliani, gli unici a votare, un movimento composto in larga parte da studenti, molti dei quali neppure residenti in regione? E mandare avanti gli stranieri, non fa altro che confermare, a livello subliminale, quel che dice giustamente Salvini, che la sinistra, anche quella locale, pensa prima agli immigrati e solo poi agli italiani, in questo caso agli emiliani.
Last but not least, le piazze sono anti-Salvini, non anti Borgonzoni. Cioè tendono non solo a mettere al centro della scena e dell’attenzione Salvini, ma a nazionalizzare il confronto. Che è proprio quello che Bonaccini non vorrebbe: se lo scontro è locale, e resta B vs B (Bonaccini contro Borgonzoni) l’uscente potrebbe farcela. Se invece l’Emilia-Romagna è in piccolo una prova di Salvini contro Zingaretti, o dell’opposizione contro il peggior governo della storia d’Italia, allora non ci sarà partita.
Marco Gervasoni, 19 novembre 2019