La vera causa della crisi dei partiti

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Giuseppe Prezzolini sosteneva che la “coerenza è la virtù degli imbecilli”. Tra i politici italiani che poco hanno amato l’irriverente toscano (nato per caso a Perugia), solo Bettino Craxi utilizzò la sua autorità per difendersi dalle accuse di voltagabbana. Uno stile – il trasformismo – che oggi è più catalogabile come malcostume civile e morale, prima che politico.

Quanto è credibile che Beatrice Lorenzin diventi capolista del Pd a Roma? È vero che il salto era avvenuto a seguito di quello di Angelino Alfano, sette anni fa. Ma la stranezza resta. Ministro della Salute nel Governo Letta, in rappresentanza di Forza Italia e poi nel Governo Renzi, in qualità di supporter dell’ormai dimenticato Ncd. I “voltagabbana” per Enrico Letta sono solo quelli sanzionabili perché cambiano gruppo parlamentare? O solo quelli che da sinistra fanno transumanza verso destra? Il percorso contrario è solo affidato alla specie protetta dei “responsabili” (secondo la recente memoria del Governo Conte bis)?

Capita anche che Marcello De Vito, leader in Campidoglio del M5s oggi finisca per accasarsi in Forza Italia, sempre in vista delle elezioni di ottobre. Conferma della diaspora centrifuga dei “pentastellati”, proprio mentre il neopresidente del Movimento grillino, Giuseppe Conte, dichiara di scoprire sempre più affinità con il Pd. Alla faccia dell’opinione del ministro Luigi Di Maio, che due anni fa dichiarava di non voler avere nulla a che fare “col partito che in Emilia toglieva i bambini” alle famiglie, citando il caso di Bibbiano, ed estendendo la fatwa alla Lega, salvo poi farci un Governo finito con un mojito di troppo. Di “traditori”, “responsabili” o “voltagabbana” sono piene le cronache politiche di ieri e di oggi: da Fini a Follini, da Bertinotti a Mastella. Ma in questa stagione c’è qualcosa di più e di peggio. Non basta la teoria sociologica sulla liquidità di Zygmunt Bauman; può servire di più l’analisi spietata di Sabino Cassese sui partiti: “Sono nati con un piede nella società, l’altro nello Stato. Hanno conservato il secondo e perduto il primo, con una grave crisi di legittimazione”.

La crisi dei partiti è connessa a quel deficit di moralità anti-meritocratica che contrassegna da qualche anno la vita politica italiana. Al meeting di Rimini Cassese ha ribadito una sua consolidata osservazione: “Il numero degli italiani è aumentato di 10 milioni in 70 anni, ma è un ottavo il numero degli iscritti ai partiti rispetto a 70 anni fa”. Il giudice emerito della Consulta ha inoltre rimarcato che le attuali forze politiche non possono chiamarsi partiti: “Solo una delle forze politiche presenti in Parlamento conserva nella sua denominazione sociale la parola partito. I partiti erano associazioni con molti iscritti, un’articolazione territoriale, una vita continua delle sezioni, congressi nazionali, organi centrali. Tutto questo non esiste più”.

“Siamo di fronte ad una ‘leaderizzazione’ e verticalizzazione del potere. Il partito è ora costituito da un leader con un seguito elettorale”, ha detto Cassese. Possibile che il distacco tra cittadini e Istituzioni sia stato liquidato come una reazione contro la casta, senza dare il giusto rilievo alla squalificante manifestazione di opportunismo resa da chi dovrebbe essere chiamato a rappresentare i cittadini, il popolo italiano, nelle Istituzioni?

Uno vale uno? Il giacobinismo istillato dai grillini nelle vene della politica italiana, già intossicate da anni di socialismo reale, ha reso norma di comportamento di massa l’eccezione arrivistica e spudorata riservata solo ai più scaltri. Il leader di ieri era un soggetto carismatico, capace – anche se talvolta in negativo – di creare legami, opinioni convergenti, interessi comuni. Oggi è solo uno che ha vinto la riffa del Parlamento e che ha aggiunto al quarto d’ora di notorietà garantito da Andy Warhol, anche un analogo tempo di superpotere personale, vellicato dai like dei social media, nel silenzio assordante dei media tradizionali, sempre intenti a non disturbare il potente di turno.

Antonio Mastrapasqua, 31 agosto 2021

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