La vera emergenza? Le famiglie che rinunciano alla sanità

Uno studio rivela che nel solo 2021 più della metà delle famiglie italiane ha rinunciato a curarsi per colpa del Covid

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Nel 2021 oltre la metà delle famiglie italiane ha rinunciato a prestazioni sanitarie. Lo rileva l’edizione 2022 del Bilancio di welfare delle famiglie italiane di Cerved, secondo cui, a causa del Covid e di problemi economici, indisponibilità o inadeguatezza dell’offerta, è aumentato il numero di famiglie che sono state private delle prestazioni di welfare: il 50,2% nella sanità, il 56,8% nell’assistenza agli anziani, il 58,4% nell’assistenza ai bambini, il 33,8% nell’istruzione.

Le altre patologie dimenticate

Il dato su cui riflettere riguarda il sovraccarico del sistema sanitario che durante la pandemia è stato “sequestrato” dal virus rendendosi indisponibile per i fruitori del servizio colpiti da gravi patologie. Molti hanno posticipato le cure terapeutiche per il timore del contagio connesso all’accesso alle prestazioni ospedaliere. Le rinunce all’assistenza sanitaria sono, altresì, correlate al fattore economico che lo studio di Cerved indica come causa ostativa per sottoporsi alle cure.

Tuttavia, le principali motivazioni riconducibili alla privazione delle prestazioni sanitarie sono riferite all’inadeguatezza dell’offerta, confermando un divario con la domanda che un paese civile non dovrebbe tollerare. La pandemia ha amplificato le difficoltà del settore concorrendo a moltiplicare il fenomeno della “sanità negata” con le strutture esistenti in gran parte riconvertite per fronteggiare la nuova detonazione virale di Omicron. L’effetto prevedibile, di tale prerogativa attribuita al virus, è di aver sia precluso le attività chirurgiche già programmate sia differito le funzioni di prevenzione. Uno scenario che avevamo già sperimentato durante la prima ondata epidemica nel 2020 con gran parte della forza lavoro ospedaliera dirottata nei reparti dedicati alla terapia anti-Covid.

Cure domiciliari ignorate

Ciò determinò una contrazione dell’assistenza destinata alle patologie oncologiche con i dati che certificano un aumento del rischio della mortalità rispetto al contesto pre-Covid. Occorre uno sforzo titanico per riorganizzare il sistema sanitario affinché si possano contrastare le fasi di pressione sulle strutture ospedaliere, ma senza negare ad ampie porzioni della collettività l’accesso alla routine assistenziale e alla regolare attività diagnostica. Sulle cure precoci domiciliari contro il virus si è fatto poco nonostante rappresentino la risposta strategica per decongestionare gli ospedali.

Emergenza nell’emergenza

Lo studio di Cerved fa affiorare un’emergenza nell’emergenza, attestando con il contributo delle analisi empiriche una realtà di disparità che non si può osservare con impotente rassegnazione. Il governo nazionale ha il dovere di elaborare ed implementare un fattibile piano straordinario di intervento (programmare una massiccia iniezione di forza lavoro per incrementare la disponibilità degli operatori sanitari, finanziare progetti di nuova edilizia ospedaliera e valorizzare la medicina territoriale) per la tutela della salute che ha una consacrazione costituzionale come diritto dell’individuo e interesse della collettività. Mai più sanità negata che equivale ad un’amputazione del concetto di cittadinanza, la cui integrità dovrebbe essere l’obiettivo primario della politica.

Andrea Amata, 15 gennaio 2022

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