Il vero antidoto per una società che vuole garantire futuro ai più deboli è favorire la mobilità sociale, trasformare la scuola in un meccanismo brutalmente meritocratico che seleziona talento e impegno, proteggere giovani, donne e fasce deboli garantendo le risorse e la crescita della produttività che ne consente lo sviluppo.
Non si tratta di liberismo, l’opposto. Si tratta di fare emergere le migliori risorse di cui disponiamo (e ne abbiamo molte) e di capire finalmente che la crescita e lo sviluppo sono l’unica vera strada per emergere dal buco nero in cui 30 anni di menzogne ci hanno fatto scendere.
Crescita e sviluppo non lo fa lo Stato, come ampiamente dimostrato dalla storia. La Stato può solo favorirle, perché la crescita e lo sviluppo dipende esclusivamente dalla capacità e dall’iniziativa delle forze migliori in campo ovviamente non solo economico, ma anche e soprattutto scientifico, sociale, nell’amministrazione della giustizia, nell’amministrazione pubblica.
Ed è per questo che questo governo, che palesemente non ha nessuno dei migliori, ma piuttosto moltissimi che torneranno nel nulla della loro incapacità o modesta capacità appena l’ubriacatura del potere finisce, deve essere al più presto sostituito da un governo capace, competente, e con volontà di traghettare il nostro paese fuori dalla patrimoniale sui più deboli.
Giovanni Cagnoli, 3 dicembre 2020