I giovani laureati che cercano lavoro all’estero continuano a essere molti perché molte continuano a essere le grandi aziende italiane che offrono stage o primi impieghi con remunerazioni imbarazzanti, talvolta addirittura di poche centinaia di euro, a fronte di richieste di impegno orario da lavoro vero e proprio.
È una prassi di cui vergognarsi ed infatti le stesse aziende che li propongono se ne vergognano e accompagnano sovente questi contratti con stringenti accordi di riservatezza per impedire la divulgazione dei termini proposti.
Ovviamente gli unici che possono eventualmente accettarli sono i giovani laureati di famiglie benestanti che possono continuare a mantenerli. Gli altri partono per l’estero, dove possono costruirsi un curriculum anche in aziende importanti senza essere sfruttati e sottopagati per almeno due o tre anni. E spesso non tornano più.
Sarebbe ora che questo tema venisse affrontato come merita e possibilmente risolto.
Anche da chi rappresenta le grandi imprese italiane.
Enrico Zanetti, 9 luglio 2023