Torniamo a noi, Casaleggio è morto giovane, Grillo ha cancellato il suo nome dal Movimento. In quell’epoca si comportarono secondo natura, con la nobiltà e la dignità dei salmoni del Pacifico. Sono tornati al fiume che li aveva visti nascere, lo hanno risalito, gli osceni vecchi orsi in attesa di banchettare sono rimasti gabbati (evviva), hanno deposto le uova, senza forze si sono allontanati, nella terra selvaggia di acqua e foreste del Canada che li aveva visti nascere.
Solo la tv svizzera ha ricordato la frase chiave di Casaleggio, diventato il suo testamento “Se il movimento non si affranca dai suoi Fondatori, è destinato a scomparire”. Allora mi chiesi: la morte di Casaleggio, l’uscita di Grillo matureranno il Movimento, come succede ai giovani che perdono prematuramente i genitori?
Nessuno poteva prevedere che uno sconosciuto avvocato del Deep State più profondo, un alto burocrate lontano mille miglia dalla cultura grillina, riuscisse a gabbare parte dei gruppi parlamentari grillini (e lo stesso Grillo), tentando un avventuroso golpe interno. Non su una linea politica ma su uno statuto, giocando sulle parole, confondendo pure autocratico con autarchico. Un attacco di vanità lo ha tradito, Grillo lo ha capito (“sono un Garante ma non un fesso”) e ha rovesciato il tavolo. Come finirà?
Riccardo Ruggeri, 3 luglio 2021