Avevamo tra noi il punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste; eravamo governati dai migliori del mondo; eravamo l’esempio da seguire in Europa; sono passati due giorni, perdipiù durante il fine settimana, ed i titoli dei giornali la domenica urlano “mettiamo l’Italia in sicurezza”, “75 giorni per salvare il Pil”, “una giusta ribellione a Ministri incompetenti” e potrei andare avanti a lungo.
Insomma ci siamo salvati per un pelo da un disastro che nessuno, salvo Mattarella e Renzi, sembrava aver previsto. Forse distratti dalle veline del “pifferaio” Casalino stavamo correndo verso un burrone inseguendo la chimera dell’abolizione della povertà e mentre tutto stava crollando compravamo felici banchi a rotelle e diligenti aspettavamo che le primule fossero montate nelle piazze per poterci vaccinare. Non posso credere che questo fosse il mondo solo pochi giorni indietro, non posso credere che la maggioranza relativa degli scemi del villaggio ci obbligasse ad aspettare il voto su Rousseau, sono terrorizzato dall’idea che possa accadere ancora.
Perciò anche se vedere Azzolina e Buonafede fuori dal Governo mi ripaga di molte sofferenze, vederci ancora dentro Di Maio e Speranza ne alimenta di nuove. Lo ammetto mi sarebbe piaciuto l’armageddon con tutti gli incapaci fuori già nel weekend, ma sogno un lunedì tranquillo senza dirette Facebook o tweet inutili; un martedì con titoli che urlano “Arcuri rimosso”, “Ricciardi silenziato”, “Alitalia fallita”, “Ilva ceduta”; fino ad arrivare al mercoledì di fiducia alla Camera con il Quirinale che fa trapelare una citazione da Rambo “Allora vedo che non avete capito. Io non mi preoccupo di salvare Draghi da voi. Io sono qui per salvare voi da lui” e tutti i deputati eletti dagli scemi del villaggio, finalmente consapevoli della loro inutile inadeguatezza che votano compatti la fiducia al Governo con il fermo proposito di salvare il loro stipendio e non riunirsi prima dei prossimi 8/10 mesi. Il mio è solo un sogno ma il problema reale è il Parlamento eletto nel 2018 e finché non ce ne saremo liberati ci dovremmo preoccupare solo di farlo lavorare il meno possibile.
Antonio De Filippi, 15 febbraio 2021