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La verità? Dopo la quarantena saremo indolenti, spaventati e misantropi

Dietro gli slogan ottimistici, c’è una realtà peggiore. Colpa anche della politica

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Restiamo a casa, ce la faremo, insieme ne usciremo. Le parole d’ordine della Pandemia ormai sono un genere a parte, incoraggianti, inclusive, ottimistiche. La realtà è diversa: la migliore definizione è quella di Michel Houellebecq, quando parla di virus senza qualità dal quale usciremo come prima, solo un poco peggiori. Un poco, non troppo. Saremo solo andati un pochino a male come le banane ammaccate: sono ancora buone ma non ci piacciono più.

Che bei ricordi le città vive multietniche e poliglotte, rumorose e vivaci e le riunioni di lavoro aperte da maschie strette di mano ed affettuosi abbracci molto italiani! Dopo mesi di isolamento dedicati alla lettura ed alle videoconferenze, in una sana solitudine tra congiunti, privata del rumoroso respiro della città e dell’affannoso rincorrersi dei doveri professionali, speravamo almeno di aver generato uomini nuovi e migliori. Ci stiamo svegliando in una realtà diversa: siamo andati un poco a male, indolenti e spaventati, misantropi e rancorosi.

Vogliamo essere rassicurati, assistiti, aspettiamo la conferenza di Conte del sabato sera per farci indicare quali siano i nostri diritti settimanali in attesa che Boccia, Fontana o De Luca decidano se possiamo soffiarci il naso in pubblico a meno di due metri dal nostro biscugino. Uomini intelligenti nativi liberali sono diventati improvvisamente analfabeti democratici. Scomodando Goya potremmo dire che il sonno della pandemia ha generato mostriciattoli. In questi giorni leggiamo sui social o ascoltiamo su qualche strampalato media improvvisato che l’Italia ha bisogno di tornare ad essere protagonista e governata da uomini capaci di condurla. La posa del politico ormai è quella del permettere i diritti per superare l’evidente incapacità degli Italiani di badare a se stessi.

Tutto è proibito salvo quello che è esplicitamente permesso, ma siamo in Italia e quello che è permesso non si capisce cosa sia. Chi sono i congiunti? Ma questo è il sentire comune, ben più pericoloso è il sentire delle élite ormai rassegnate alla necessità di essere governati da persone forti piuttosto che capaci. La paura del Covid e l’incertezza del futuro suggeriscono scelte semplici. Un Governo che agisca in regime emergenziale, un Parlamento silenzioso e distanziato che non disturbi il manovratore, una società impaurita in attesa di essere aiutata.

L’intellighenzia nostrana sta scoprendo che è più semplice ascoltare piuttosto che pensare: facciamo una vasta commissione di esperti coordinata da politici incapaci e improvvisati ed il gioco è fatto, l’equilibrio dei poteri è garantito. Gli effetti di questa strategia li vediamo in questi giorni dove l’attesa delle decisioni sta bloccando ogni iniziativa. Siamo chiari: ogni commerciante, imprenditore, industriale sarebbe in grado di prendere decisioni per la ripartenza e ogni operaio, impiegato, dirigente sarebbe in grado di comprendere se quelle decisioni sono giuste o avventate.

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