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La verità sui roghi di Los Angeles: il caos creato dalle leggi ambientali

Dal divieto di usare i generatori “inquinanti” ai disboscamenti selettivi: la folle strategia dell’amministrazione dem

los angeles

Gli incendi che stanno distruggendo la California rappresentano l’enorme catastrofe dell’ambientalismo talebano e del politicamente corretto. Se in Europa bruciano i posti di lavoro, a Los Angeles vanno al rogo le case a causa degli integralisti del green. Sì, perché a favorire l’espansione del fuoco sono state anche alcune leggi approvate dall’amministrazione dem per tutelare l’ambiente. Non è un mistero che il Golden State si sia dotato da tempo di norme estremamente rigide in tema di verde ed ecco i risultati.

L’assurdità di certe leggi è diventata plateale quando il governatore ha deciso di sospenderle. “L’ordine esecutivo che ho firmato oggi contribuirà a ridurre i ritardi legati alle autorizzazioni e consentire alle nostre comunità di riprendersi più velocemente e con maggiore forza” le sue parole riportate dal Messaggero. Ma di che norme parliamo? Pensiamo agli idranti di Los Angeles, a secco perché le compagnie elettriche staccano la corrente nelle emergenze. Ebbene, la California ha limitato l’uso dei generatori di corrente a 200 ore l’anno (eliminando il tempo necessario ai test sui modelli a disposizione) perché usano combustibili fossili e dunque inquinano l’aria. I generatori di corrente amici dell’ambiente hanno prestazioni ridicole e assolutamente insufficienti per contrastare l’emergenza in atto.

Sì, i generatori inquinano. Poi però di fronte a un rogo di tali dimensioni l’unica speranza è l’aiuto di madre natura. Ma non è tutto. Solitamente per prevenire il propagarsi degli incendi era abituale bruciare sterpaglie e arbusti, così da creare zone libere di sicurezza. Quei disboscamenti selettivi che spesso hanno dato una mano a evitare il peggio. Ma chi governa la California e Los Angeles è amico di uccellini e formichine, per questo motivo ha elaborato norme che limitano queste attività, ree di spargere particolato fine e fuliggine nell’aria. In più, a completare il quadro, i vigili del fuoco privati – stimati 10 mila pompieri – vengono assoldati dalle compagnie di assicurazione per evitare di coprire le polizze.

Ormai è chiaro: riscaldamento climatico non c’entra niente, ma è colpa di quei soloni che hanno firmato certe leggi e preso certe decisioni. Anziché guardare al futuro e prevenire qualsivoglia rischio, a Los Angeles hanno pensato bene di dedicare attenzione esclusivamente alle politiche DEI, curando gli interessi di quelle associazioni dedicate alle donne e agli esponenti Lgbt. Sui social è tornato virale un video risalente al 2019, con protagonista il vice capo Kristine Larson, che dirige l’Equity and Human Rights Bureau, tra i più grandi sostenitori delle pratiche iper-inclusive/woke. La sua teoria è semplicemente folle: è vero che le donne che lavorano come vigili del fuoco potrebbero non essere abbastanza forti da trasportare un uomo fuori da un edificio in fiamme, ma è altrettanto vero che la colpa è dell’uomo che “si è fatto trovare nel posto sbagliato”.

 

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Impossibile non sottoscrivere quanto scritto da Susan Shelley sul Daily News di Los Angeles: c’è gente che lascerebbe bruciare l’intero Stato, piuttosto che ammettere che un motore a combustione fossile possa salvare la vita delle persone e le loro proprietà.

Franco Lodige, 13 gennaio 2025

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