Esteri

La verità sull’eliminazione delle tre teste dell’Idra del terrore

Fuad Shukr, Milad Bedi e Isma’il Haniyeh: in pochi giorni, un duro colpo ad Iran, Hetzbollah e Hamas. Cosa può succedere ora?

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La notizia nella notizia è che insieme a Fuad Shukr, il comandante militare, una sorta di capo di stato maggiore di Hetzbollah, è stato ucciso anche Milad Bedi, consigliere militare iraniano. In poche parole l’ufficiale di collegamento fra Nasrallah, il capo di Hetzbollah, e Teheran. Per farla breve colui che riportava a chi di dovere, nella fattispecie proprio a Fuad Shukr, gli ordini dell’Ayatollah.

I due sono stati eliminati mentre erano insieme in un appartamento di Beirut e, sicuramente, non stavano giocando a carte. La morte dell’iraniano è stata tenuta nascosta per diverse ore, probabilmente perché era imbarazzante per la milizia sciita libanese spiegare al potente alleato iraniano la morte del suo attendente militare che proprio lei aveva il dovere di proteggere. Ma quando il suo corpo è stato identificato in mezzo alle macerie, non è stato possibile per Nasrallah e i suoi nascondere oltre la cattiva novella.

Ma all’imbarazzo segue un altro imbarazzo e il secondo, sicuramente, è molto più imbarazzante, scusate il gioco di parole, del primo perché l’uccisione di Isma’il Haniyeh all’interno di un compound militare super controllato dai guardiani della rivoluzione è davvero difficile da digerire.

Andiamo con ordine.

La prima eliminazione mirata è avvenuta a Beirut in uno dei quartieri roccaforte di Hetzbollah, e già questo, dalle prime ore che hanno seguito l’evento, aveva dato il senso che la guerra in atto ai confini fra Israele e il Libano dal 8 ottobre 2024, in pratica dal giorno seguente la strage di Hamas nel territorio israeliano, stava per salire di intensità. Nessuno si aspettava però il secondo colpo, questa volta direttamente al centro di Teheran, che ha eliminato una delle teste pensanti del Proxi in questo momento più in sofferenza.

Anche se Israele non ha rivendicato la seconda operazione, Khamenei, la guida suprema dell’Iran, ha dato ordine di attaccare direttamente Israele per vendicare l’assassinio di Isma’il Haniyeh e lo ha fatto durante la riunione d’emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale dell’Iran. Teheran sta valutando un attacco con UAV e missili contro obiettivi militari nelle vicinanze di Tel Aviv e Haifa ed è stata presa in considerazione la possibilità di coordinare l’azione militare anche con lo Yemen, la Siria e l’Iraq. Come se non bastasse, le Guardie della Rivoluzione e l’esercito stanno preparando i piani per l’attacco e la difesa nel caso in cui la guerra si espanda e Israele o gli Stati Uniti attacchino l’Iran.

Ma non solo, come riferito dal collega Costantino Pistilli, i Pasdaran iraniani hanno recentemente fornito al gruppo terroristico sciita libanese bombe e missili dotati di testate a impulsi elettromagnetici (EMP). Si tratta di ordigni che possono essere lanciati da posizioni fisse o montati su droni per colpire obiettivi in profondità. Secondo gli esperti potrebbero distruggere rapidamente tutti i sistemi di comunicazione e l’infrastruttura elettrica. L’uso di questo tipo di armi, che non sono considerate convenzionali, aprirebbe a nuovi e sempre più inquietanti scenari.

Dal 7 ottobre 2023 in poi, troppi esperti e no, professori o studenti, tutti della stessa ideologia anche se provenienti da diverse linee politiche, hanno criticato Israele qualunque cosa facesse. Secondo loro, e nonostante ciò che aveva subito, Israele doveva arrendersi e magari anche chiedere scusa. L’eliminazione di tre delle teste dell’Idra del terrore, proibito dimenticare chi fossero Fuad Shukr, Milad Bedi e Isma’il Haniyeh ha fatto tremare i polsi a tutti coloro che di Medioriente e delle sue dinamiche non capiscono nulla, a gridare al gesto irresponsabile.

Isma’il Haniyeh è stato, senza alcuna vergogna, descritto, anche dalla BBC inglese e dal Sole 24 ore, come moderato. Rimane che Teheran è una città di 14 milioni di abitanti e dista da Israele 1.900 km, e, nonostante la distanza, qualcuno, l’IDF non ha ancora rivendicato nulla, è riuscito a infilare un missile di un metro e mezzo di lunghezza, con una testata di soli 7 chilogrammi di esplosivo, dentro una finestra da 80 centimetri di larghezza e un metro di altezza.

Un missile che ha ricordato a Isma’il Haniyeh, e sarà da monito agli altri morti che camminano elencati in ordine di importanza sulla lista particolare del Mossad, che non è stato giusto, e nemmeno umano, pregare e ringraziare Allah del pogrom inginocchiato sul tappetino dell’albergo a sette stelle di Doha mentre la sua manovalanza, addestrata dagli iraniani, stuprava e massacrava donne e ragazze del Nova festival. Mentre la sua manovalanza uccideva, faceva a pezzi e bruciava i civili israeliani, anche neonati e bambini, nella città di Sderot o nei kibbutz di frontiera.

Michael Sfaradi, 2 agosto 2024

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