Partiamo dalla cronaca, ovvero dalle immagini che oggi arrivano dalla sede di Pro Vita e Famiglia a Roma: quando Jacopo Coghe e gli altri dell’associazione sono andati a constatare i danni, hanno trovato “un piccolo ordigno esplosivo” dentro gli uffici. Non è esploso, per fortuna. Ma giustamente sono tutti “sconvolti da questo vero e proprio atto terroristico volto a intimidirci”.
I fatti sono noti: durante il corteo anti-violenza sulle donne, femministe, transfemminist3 e i loro sodali hanno assaltato la sede dei Pro Vita. Urla, insulti e danneggiamenti arginati solo dall’intervento dei poliziotti in tenuta anti-sommossa. Sulle saracinesche sono state vergate frasi concilianti del tipo “Salviamo l’aborto libero”, “figli di p***” e “bruciamo i pro vita” (alla faccia del no alla violenza sulle donne…). Gli artificieri hanno messo in sicurezza la bottiglia piena di polvere da sparo e l’hanno sequestrata. La Digos sta setacciando le telecamere per risalire ai responsabili e capire chi abbia introdotto l’ordigno dal vetro dell’ingresso, infranto durante il blitz. I violenti del corteo anti-violenza.
Quello che sorprende, tuttavia, non è tanto la presenza dell’ordigno o le vetrine distrutte. Né tantomeno che un corteo femminista sia degenerato in questo modo, visto che accade spesso quando di mezzo c’è la galassia della sinistra estrema e dei collettivi. A sconcertare è il silenzio dei grandi media, primi su tutti Corriere e Repubblica, oltre ovviamente ai leader della sinistra. Che nulla hanno detto su quanto successo ieri.
Siamo arrivati davanti alla sede per fare la conta dei danni dopo il violento attacco subito durante la manifestazione di ieri di #nonunadimeno
Il silenzio dei media é assordate, condividi perché sia sempre più pubblico questo assalto violento e cieco contro tutti voi che vi… pic.twitter.com/VFmFflSVW1
— Jacopo Coghe (@jacopocoghe) November 26, 2023
Eppure non molto tempo fa, quando i No Pass e Forza Nuova presero d’assalto la sede della Cgil, un’intera foresta è stata disboscata per ospitare intelligenti editoriali di chi considerava quei danneggiamenti un vero e proprio attacco alla democrazia. Perché distruggere una scrivania di Landini dovrebbe essere pericoloso per la tenuta democratica del Paese, mentre se devastano la sede di una onlus nessuno proferisce parola?
Franco Lodige, 26 novembre 2023