Esteri

Guerra in Medio Oriente

L’accordo segreto con Biden: perché Israele ritarda l’invasione

Netanyahu parla alla Nazione: “L’intervento di terra si farà, ma non dico quando”. Il ruolo degli Usa

tank israele

In un articolo publicato nella serata di oggi, il Wall Street Journal sostiene che il governo israeliano ha accettato di ritardare il suo intervento di terra nella Striscia di Gaza solo per permettere alle forze armate statunitensi di schierare i propri sistemi di difesa aerea a protezione delle proprie forze armate.

Secondo un rapporto finito nelle mani del quotidiano, il Pentagono intende inviare nella regione circa 12 sistemi di difesa aerea per le forze americane di stanza in Iraq, Siria, Kuwait, Giordania, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

È stato inoltre riferito che gli americani sono riusciti a convincere Israele a ritardare l’ingresso nella Striscia fino alla fine di questa settimana e che nella pianificazione dell’ingresso Israele sta prendendo in considerazione l’impegno a fornire aiuti umanitari, da affiancare agli sforzi diplomatici per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas, ai cittadini di Gaza.

Al Dipartimento della Difesa Usa c’è la certezza che le loro forze armate possano diventare un obiettivo per varie organizzazioni terroristiche appena si aprirà la campagna terrestre nella Striscia.

A conferma di questi timori c’è che, dallo scoppio della guerra, si sono contati almeno 13 attacchi contro le forze americane dove sono stati utilizzati droni e missili.

Un contractor è stato ucciso e un drone dell’esercito americano è stato distrutto al suolo a seguito di questi attacchi con almeno ventiquattro soldati americani feriti in Siria e dieci in Iraq.

Secondo la Cnn i consiglieri americani stanno cercando di convincere i generali israeliani a combinare attacchi aerei con raid localizzati nella Striscia al posto di un massiccio ingresso via terra a Gaza.

Questo, secondo gli analisti Usa, eviterebbe a Israele gli errori commessi dagli Stati Uniti in Iraq e eviterebbe inoltre di mettere in ulteriore pericolo la vita degli ostaggi in mano ad Hamas.

Nel rapporto si menziona anche che il direttore della Cia, il capo del Mossad e funzionari della sicurezza nel mondo arabo, sono in costante contatto fra loro al fine di evitare un’ulteriore escalation in Medio Oriente.

Considerando che i terroristi palestinesi che hanno attaccato i villaggi di confine il 7 ottobre scorso sono stati addestrati in Iran nelle basi dei Pasdaran, Israele ha le prove di questo, la questione diventa ancora più intrigata e la possibilità che Teheran rientri fra gli obbiettivi si fa sempre più concreta.

A confermare queste notizie c’è, secondo il canale televisivo israeliano Khan 11, che nonostante le forze armate israeliane siano pronte per la manovra di terra, per il momento il primo ministro Netanyahu ritarda l’azione per considerazioni politiche. “Ci sarà un intervento di terra a Gaza“, ha assicurato il premier in un discorso alla nazione precisando però che non darà dettagli sull’invasione per “garantire la vita dei nostri soldati”.

In tutta sostanza, Netanyahu vuole dare all’amministrazione Biden la possibilità di raggiungere un accordo significativo per quanto riguarda i prigionieri e i dispersi.

Michael Sfaradi, 25 ottobre 2023