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L’accordo segreto tra Conte e Berlusconi - Seconda parte

Berlusconi, come contropartita, chiede anche una riforma della giustizia in chiave garantista, soprattutto su intercettazioni e prescrizione, e l’introduzione di un suo vecchio pallino: il rilascio su cauzione come negli Stati Uniti. Sul piano fiscale, invece, non vuole la flat tax, che sarebbe indigeribile per Pd e grillini e oltretutto un regalo a Salvini, bensì la riduzione del numero di aliquote sui redditi delle persone fisiche, dalle attuali cinque a due: quella del 23% per redditi fino a 100mila euro e del 33% per redditi superiori. Poi, l’Ires (Imposta sul reddito delle società) a zero per il Sud – attualmente, al 24% – per il rilancio dell’imprenditorialità nel Mezzogiorno. Infine, l’Alta Velocità fino a Bari, anche in previsione delle elezioni regionali in Puglia.

Con le risse che gli sono subito scoppiate in casa, dal tema dell’ambiente al taglio dei parlamentari, “Giuseppi” è ben consapevole che, se intende rimanere a galla dopo la stagione delle nomine, non gli resta che lanciare un SOS al vecchio Cavaliere. E meno male che Silvio c’è questa volta, perché ha tutto l’interesse a venire in soccorso di Conte per assicurare alla pattuglia di parlamentari di Forza Italia di non tornare a casa e, soprattutto, per depotenziare “l’operazione” Renzi, al quale guarda, sempre e comunque, con simpatia, riconoscendogli quel “quid” che non ha mai trovato tra i suoi.

Luigi Bisignani per Il Tempo 22 settembre 2019

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