Ora, a mio parere, questo duro scontro televisivo ha segnato un altro, significativo passo in avanti verso quell’assurda guerra di religione in cui è stato trasformato il dibattito pubblico sulla pandemia. Ed è assai grave che un rappresentante autorevole del Partito Democratico, forza di governo, arrivi quasi a dare dell’ assassini, o dell’istigatore di un suicidio di massa, a chiunque abbia dubbi circa la linea oltranzista dello stesso governo: o vaccini da inoculare a tutti o morte. In questa visione da talebani sanitari non è previsto alcuno spazio per la critica o la semplice espressione di un dubbio, e men che meno per tesi e proposte alternative rispetto a ciò che si è fatto finora. E chi lo fa, sfidando il dogma a suo rischio e pericolo, viene immediatamente etichettato come un eretico nemico del popolo e fatto oggetto di pubblico disprezzo.
E che in prima linea in codesto orrido teatrino ci sia un politico, nonché acclamato professore di storia come Romano colpisce ancor più profondamente. Evidentemente lo studio dei nefasti conformismi di massa che hanno accompagnato le tragiche dittature del novecento, su tutti il ventennio fascista che condusse l’Italia verso la sua più grave catastrofe moderna, non sembra che gli sia servito a molto.
Claudio Romiti, 19 dicembre 2021