Lady Schlein tipo lady Soumahoro: s’inventa il “diritto alla bellezza”

Tutto fa pensare ad una giovane e bella donna, consapevole di se stessa e felice di affermarsi come tale

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Voglio cominciare con un commento vagamente sessista e politicamente scorretto: sulle donne la penso come Elly Schlein. Ecco fatto, non so se sono fra le malelingue o i gossippari o semplicemente un ottuso maschilista, ma sicuramente appartengo ad una di queste categorie. Se parliamo delle donne dei calciatori fare considerazioni sul loro appeal fisico è considerato quasi doveroso, sulle donne dei politici uomini siamo abituati ad ogni tipo di valutazione ed insulto, ma con Elly siamo di fronte ad una nuova categoria, parliamo delle donne dei politici donna e siamo su un terreno sconosciuto. Ecco la vera rottura non la prima segretaria donna, ma la prima donna della segretaria. Vada per le amanti, le compagne clandestine, l’omosessualità, ma alla donna della segretaria non eravamo preparati.

Dopo le foto scoop di Diva e Donna (evviva bravi) che la ritraevano, parole sue: «Mi rendo conto che la foto con la papalina di lana in testa e con il sacchetto dei bisogni di Pila in mano (la cagnolina sua e di Schlein, ndr) era notevole. Avete regalato meme alle mie amiche per i prossimi dieci anni», tutta la stampa si è sentita obbligata a pubblicare, con la massima evidenza, una foto tratta dal profilo Instagram di Paola Belloni, dove il leggero movimento dei capelli, le labbra carnose socchiuse in un sorriso smentito dallo sguardo intenso, la leggera curvatura del seno sotto una morbida camicetta bianca avvolta da una giacca scura, ottima per esaltare il perfetto incarnato valorizzato da luci professionali, rende omaggio alla grande bellezza della giovane compagna della Compagna Segretario.

Con la sua foto la compagna della compagna invece del diritto alla privacy sembra evocare un “diritto alla bellezza”, non troppo diverso dal “diritto all’eleganza” descritto dal formidabile Soumahoro. Credo non ci sia nulla di più sessista, ridicolo e ipocrita di questo risarcimento per “mancata bellezza”, è evidente come la foto pubblicata con un post su Instagram e rimbalzata su tutti i giornali, sia tutt’altro che casuale e certamente non orientata alla privacy, quanto a ristabilire la giusta dimensione estetica della questione. Avrebbe potuto scegliere una qualunque foto in compagnia di Elly per rendere pubblico, seppure con comprensibile disappunto, il loro legame, ma ha preferito una iconica foto professionale adatta più ad una copertina che non ad un post risentito e meditabondo.

Nel testo che accompagna la foto non si capisce se l’amabile compagna della compagna sia più risentita per l’abuso della sua vita privata o per lo svelamento dell’uso della papalina di lana (che ci comunica di aver gettato perché evidentemente è meglio prendere freddo alla testa che rinunciare al diritto alla bellezza), e mentre rimprovera la giornalista di Diva e Donna per un coming out più subito che voluto, sembra comprendere che forse essere la compagna di una figura pubblica la espone più di quanto non avrebbe voluto. Ecco io sul rimprovero ho qualche dubbio: il post scritto, la foto pubblicata, la papalina gettata, tutto fa pensare ad una giovane e bella donna, consapevole di se stessa e felice di affermarsi come tale di fronte al mondo anche perché, come diceva Marshall McLuhan, “The Medium is the message” ed è evidente come il messaggio sia nella foto e non nel testo.

Le ciance sulle famiglie omogenitoriali e l’omolesbobitransfobia lasciano il tempo che trovano, i commenti si limitano a banalità politicamente corrette, mentre l’impatto dell’immagine travolge gli imbarazzati osservatori impreparati a commentare la bella compagna. Perciò lancio una idea: visto che il prossimo Bond sembra che sarà donna forse abbiamo già pronta la prossima Bond girl.

Antonio De Filippi, 7 aprile 2023

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