Dati limitati sui rischi-benefici del booster
Il report tecnico dell’Ecdc promette anche di “riesaminare attentamente” i dati sul “rapporto rischio-beneficio” della terza dose in questa fascia di età, rischio-beneficio che per ora non convince sulla necessità di esporre i 12-17enni al terzo giro di valzer vaccinale. Al momento infatti “sono disponibili prove limitate del declino dell’immunità post vaccinazione tra i ragazzi”: i dati sembrano infatti suggerire che l’efficacia delle prime due dosi contro le infezioni sintomatiche possa calare dopo 5-6 mesi, ma ancora “non sono disponibili evidenze di un declino della protezione contro le malattie gravi”.
Inoltre, sappiamo ancora poco o nulla sui rischi del booster ai minorenni. “Attualmente – scrive l’Ecdc – sono disponibili dati limitati sui benefici e sui rischi di un richiamo somministrato agli adolescenti che hanno completato il ciclo primario” e “non sono ancora disponibili dati sull’efficacia aggiuntiva contro la malattia grave”. Non a caso, è solo di ieri la notizia che l’Ema (l’agenzia del farmaco dell’Ue) ha iniziato a valutare l’applicazione della terza dose di Pfizer nei 12-15enni. Vaccino che noi già inoculiamo da un mese.
Dunque viene da chiedersi: ma se per l’Ecdc è quasi inutile o non “prioritario”, se l’Ema ancora non s’è espressa, possibile che i nostri ragazzi siano di fatto “costretti” al booster dal super green pass? Per i genitori, ad oggi, le scelte sono due: o seguono l’Ecdc e attendono nuove informazioni sui rischi-benefici, condannando però i ragazzi a una vita da monache di clausura; oppure si piegano al super green pass, inoculando loro la terza dose pur sapendo che produrrà solo una “piccola riduzione dell’indice Rt”. Vi sembra normale?