Raccontiamo la verità su quanto successo a Lavinia Orefici. La collega ieri è andata a intervistare, come tanti altri giornalisti, Romano Prodi a cui ha chiesto conto di un passaggio fondamentale del famoso manifesto di Ventotene, in particolare per quello che riguarda la libertà economica e la proprietà privata. Prodi le ha risposto in maniera molto maleducata: le ha fatto la vocina, le ha fatto questo gesto, dandole della deficiente in pratica, l’ha trattata male.
Guardate: noi giornalisti siamo abbastanza abituati a essere trattati male, ci considerano o dei servi o, quando facciamo delle domande che non piacciono, degli ignoranti. Il punto fondamentale è che Prodi ha preso per i capelli Lavinia Orefici. Non è stato un battibecco. Violento? No, non è stato violento. Ma è un gesto che non si fa: io non tocco le persone senza che loro me lo permettano e soprattutto un politico di 85 anni non tocca una giornalista che le sta facendo una domanda.
Sia chiaro: è stata presa per i capelli, non è stata sbattuta per terra e menata, ma è stata presa per i capelli, né più né meno. Ieri sera, quando me l’hanno chiesto, ho raccontato questa storia, peraltro si vedrà nel video, abbiamo il frame. Versione confermata anche dalla giornalista. Gli operatori hanno visto che è stata presa per i capelli. Chi c’era lì ha visto che è stata presa per i capelli.
Ve lo ripeto: senza piagnucolare, ma è stata presa per i capelli ed è un fatto grave, perché un politico non deve farlo.
Lui però nega. Cioè Prodi ha detto “non è vero, ma che dite, le ho toccato la spalla”. Punto primo: non dovrebbe neanche toccare la spalla. Punto secondo: io posso accettare questo tono, diciamo, da maestrino; posso accettare quel violento di Massimo Giannini, che riesce a dire che noi siamo sicari di un regime; ma quando un signore di 85 anni si permette di prendere per i capelli una giornalista, allora no.
Ovviamente oggi tutti zitti e muti. Ma la cosa grave è quello che ha detto Prodi dopo. Perché voglio dire: ci sta, voi sapete quanto sono isterico io, ci sta che io possa incazzarmi, il giorno dopo però posso anche chiedere scusa, posso dire “ho sbagliato a prenderti per la ciocca dei capelli”. E finisce lì.
Voi pensate se al posto di Prodi ci fossero stati Fazzolari, Berlusconi, Meloni, Salvini e che quella ciocca dei capelli fosse stata quella di Annalisa Cuzzocrea, di Concita De Gregorio, di Lilli Gruber. Pensate se l’avesse fatto alla Gruber: che cazzo sarebbe successo oggi?
Ma voi vi rendete conto il doppio standard? (…) Dove cazzo è l’Ordine dei Giornalisti? Dove è la Federazione Nazionale della Stampa? Dove sono i colleghi di Lavinia Orefici? Dove sono le donne del MeToo? Dove cazzo sono tutte quante le Erinni del politicamente corretto quando il vecchio Presidente del Consiglio, Presidente di Staceppa, tocca una donna? Dove sono? Dove siete? In quale cazzo di MeToo siete finite? Da nessuna parte!
Io non me la prendo con Prodi. Me la prendo con la sua bugia. Me la prendo col fatto che lui neghi una roba che si poteva risolvere in un minuto.
Sia chiaro: non è morta la libertà di stampa, perché grazie al Dio gente come Prodi oggi non governa nell’Italia.
dalla Zuppa di Porro