Guerra in Medio Oriente

“L’aggressore è Israele”. Le tesi choc della sinistra pacifista

L’attacco di Hamas dalla Striscia di Gaza. Il mondo condanna, ma in Italia partono i distinguo di Vauro e della sinistra

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Almeno 100 morti, 900 feriti e 50 ostaggi: questo il bilancio parziale dell’attacco sferrato da Hamas contro Israele. L’obiettivo dei miliziani è “mettere fine ai crimini” di Israele, che a sua volta ha risposto con l’operazione “Spade di ferro”. Il governo italiano ha condannato con la massima fermezza il terrore e la violenza contro civili innocenti in corso, sostenendo il diritto di Israele a difendersi. Ma c’è anche chi ha colto l’occasione per puntare il dito contro Israele in maniera del tutto strumentale.

“C’è un aggressore e un aggredito. Il popolo palestinese subisce da decenni l’occupazione illegale dei suoi territori. Gaza é una prigione a cielo aperto. Negli ultimi mesi i palestinesi sono stati vittime di uccisioni, raid, deportazioni dalle loro case senza che si alzasse una parola di condanna da parte dei sepolcri imbiancati che ora condannano gli attacchi di Hamas. Noi condanniamo tutti gli attacchi contro i civili. Che siano da parte di Hamas o del governo Israeliano. Ma esiste un aggressore, Israele, e un aggredito, il popolo palestinese“, il j’accuse di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Partito della Rifondazione Comunista. Non pago, ha proseguito: “Esiste uno stato che pratica l’apartheid, occupa territori altrui, viola il diritto internazionale impunemente. Ed esiste un popolo che resiste e lotta per veder riconosciuti i suoi diritti. Esiste una comunità internazionale, in primis gli Usa e la UE, muta e complice nei confronti dei crimini israeliani, che hanno avvalla da anni le continue prepotenze del governo israeliano”.

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Come per la guerra in Ucraina, c’è chi in nome del pacifismo tace sulle responsabilità in ottica strumentale. È il caso di Barbara Lezzi, ex ministro del Sud e tra gli ex pasionari di casa 5 Stelle: “Alla legittima e sacrosanta condanna di Hamas per il raid contro Israele, che ha provocato almeno ventidue vittime e numerosi feriti, il Governo italiano risponde riconoscendo il diritto di Israele a difendersi. In pratica, malgrado la nostra Costituzione ripudi la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, giustifica l’inferno che verrà che potrebbe portare ad nuova strage degli innocenti. Il Mondo occidentale, quello civile che ha definito e che riconosce i diritti dell’uomo secondo i valori di libertà e tutela della vita, non trova il coraggio per mettersi tra le parti per porre fine a quest’annosa mattanza nella Striscia. Non dobbiamo chiedere di rispondere alla violenza con altra violenza. La guerra porta sempre a morte e distruzione. Sempre e comunque”.

Pur ponendo l’accento sulla ferita ingiustificabile inferta ad Israele, la Lezzi ha evidenziato: “I palestinesi sono frustrati e oppressi da decenni. Solo nell’ultimo anno, il governo israeliano, ha ulteriormente sottratto terre ai palestinesi violando il diritto internazionale in Cisgiordania (oltre 5000 nuove case per i coloni approvate di recente) e tradendo le risoluzioni Onu senza che nessuno abbia mai disturbato queste azioni. Dove ci sono illegalità e ingiustizie, nascono terrore e morte”.

Non poteva mancare ovviamente Vauro. Il noto vignettista definisce “terrificanti” sia le immagini che arrivano da Israele sia quelle da Gaza. Poi però aggiunge: “Difficile dire che in questa situazione Israele ha diritto a difendersi perché è l’aggredito. Questo ritornello sembra diventato il lietmotiv dei nostri tempi, eppure non si può dimenticare che anche Israele è l’aggressore del popolo palestinese da oltre un secolo. Questo giustifica un’azione folle come quella di Hamas? No. Questo giustifica una rappresaglia feroce come quella di Gaza? No. Non ci sono giustificazioni”.

All’elenco si è iscritto anche Nicola Fratoianni. Già noto per le sue posizioni, il segretario di Sinistra Italiana ha affermato che quanto accaduto in Israele e nella Striscia di Gaza è semplicemente frutto della nostra ignavia: “Quella di una comunità internazionale che da troppo tempo ha scelto di voltarsi dall’altra parte rispetto al conflitto israelo-palestinese”. Il compagno ha sottolineato: “La violazione sistematica della legalità internazionale, delle numerose risoluzioni dell’Onu e l’assenza di una qualsiasi prospettiva di pace credibile – prosegue – alimentano estremismo e violenza. Per questo, auspicando che le armi si fermino al più presto, occorre rilanciare una iniziativa in grado di costruire una pace duratura, nel rispetto dei diritti del popolo Palestinese e della sicurezza di Israele. La comunità internazionale non può essere spettatrice passiva di fronte alla tragedia che si sta consumando in queste ore”.

Massimo Balsamo, 7 ottobre 2023

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