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L’alibi contro Zelensky (che non sta in piedi) - Seconda parte

Dire che “la situazione è complessa” serve ad evitare di schierarsi nella guerra tra Russia e Ucraina

In questo senso non va ignorata la reazione compatta dell’Europa nello schierarsi contro l’invasione di Putin dell’Ucraina. L’aggressione russa ha provocato una coesione inaspettata, tanto che è tornato in auge il progetto della difesa comune europea che fu archiviato, precocemente, nel 1954 per la contrarietà della Francia. Così come sul tema energetico le forze europee convergono sulla necessità di dotarsi di un’autosufficienza strategica, affrancandosi dall’approvvigionamento di gas dall’Est. Ormai è dimostrato che gli accordi commerciali con Mosca non servono a limare gli artigli dell’orso russo e a differirne il letargo espansionista.

Il discorso di Zelensky

È probabile che Zelensky venga accolto dalla standing ovation del Parlamento italiano, reiterando il consenso registrato nell’assemblea parlamentare inglese, tedesca e statunitense, illustrando plasticamente l’atto dello stare in piedi in acclamazione dei valori democratici, senza piegare le ginocchia in senso di resa verso un nemico che anela alla debolezza dell’Occidente da cui ricaverebbe l’input per legittimare il dilagare della sua volontà di potenza. Un esito che non possiamo permetterci se vogliano continuare a professarci liberi e per non ridurre la democrazia in un avatar con cui interagire solo nella dimensione virtuale.

Andrea Amata, 22 marzo 2022

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