Politica

L’alleanza è morta: così Conte sbatte la porta in faccia a Schlein

Ospite di Vespa, il leader M5S chiude all’ipotesi di una alleanza organica con il Pd. Gode Meloni

Giuseppe Conte e Elly Schlein

Il campo largo è morto. Almeno per il momento. E inevitabilmente insieme al campo largo crolla pure il sogno di Elly Schlein di raggiungere Giorgia Meloni nei sondaggi. Già, perché le parole di ieri di Giuseppe Conte ospite alla masseria di Bruno Vespa sono state un chiaro segnale alla segreteria del Pd: tra dem e M5S non ci potranno essere alleanze organiche, di sicuro non in vista delle europee ma forse neppure dopo.

Che il rapporto tra Giuseppi e Elly non sia mai decollato non è certo un mistero. L’arrivo alla segreteria Pd di Schlein sembrava il presupposto per realizzare ciò che con Letta era sostanzialmente impossibile: un’alleanza giallorossa vera, organica, sia nazionale che locale. In verità i due partiti si stanno dividendo un elettorato molto simile: la risalita del Pd con l’arrivo di Elly ha prodotto un calo corrispondente nei sondaggi per il M5S di Conte. Che quindi ha iniziato a marcare le differenze più che i punti di incontro. Per esempio: se Elly tentenna sul pacifismo, Conte bombarda l’invio di armi in ucraina. “Se mi dà del flo-Putin mi offende – ha detto ieri da Vespa – Ma Zelensky è un eroe, tuttavia non può impedirci di attivarci per uscire da conflitto, E nessuno può dirci di non coinvolgere la Santa Sede in un tavolo negoziale nel quale dobbiamo tener dentro anche la Cina, che invece è stata cacciata via quando ha offerto la sua mediazione”.

Per approfondire

Le elezioni europee non prevedono coalizioni. Non sulla carta. Per questo M5S e Pd, che a Bruxelles vivono in due famiglie politiche differenti, di sicuro non formeranno una coppia elettorale da qui al 2024. Tattica politica, certo. Ma la distanza sembra più vera che un mero calcolo sulla legge eletorale. Per Conte l’alleanza col Pd sarebbe “fuori luogo”. Così come senza senso sarebbe l’ipotesi di un campo largo che vada dai centristi di Calenda (difficile immaginare pure Renzi) ad Alleanza Verdi e Sinistra come oggi chiede Roberto Speranza: “È una formula che non esiste – le fa il funerale Conte – Qui si tratta di fare opposizione intransigente in modo serio, piuttosto che votare, come fanno alcune forze che dicono di essere opposizione, con il governo e quindi da questo punto di vista a noi interessa offrire una visione diversa del Paese”. Col Pd ci possono essere “percorsi condivisi” su alcuni temi, come “il salario minimo legale” e l’abolizione del Jobs Act. Qualche discussione si può aprire anche sulla precarietà. Ma poco più: “Sull’opposizione a un governo che ci sta trascinando in guerra non ci siamo. E anche su altri temi come la transizione ecologica”.

Conte sa che Elly Schlein su certi temi, come l’ecologia e la guerra in Ucraina, non può dire ciò che pensa fino in fondo. Il rischio sarebbe quello di spaccare il partito tra cattolici, riformisti e massimalisti e lo si è capito con i tanti mal di pancia di questi giorni. Per questo il M5S punta ad essere più intransigente e a marcare una distanza dai dem, nella speranza di conquistarne l’elettorato più radicale. Piccolo problema: così Conte e Schlein si auto-condannano a sconfitta certa, almeno stando ai sondaggi. La distanza tra centrodestra e centrosinistra ruota intorno ai venti punti percentuali.