Esclusiva

L’allerta del procuratore Viola: “A Milano criminalità aggressiva e violenta”

Il capo dei pm meneghini: “Non va enfatizzato il problema, ma furti e rapine in crescita. L’insicurezza, anche se solo percepita, è un problema”

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“Siamo in un momento di grandi riforme nelle quali speriamo molto, perché la situazione non è delle migliori”. Marcello Viola, procuratore capo di Milano, descrive lo stato di salute della nostra giustizia da un punto d’osservazione particolareggiato: quello offertogli dal proprio ruolo. Ospite e relatore alla Ripartenza 2024 di Milano, il magistrato di origini siciliane ha raccontato – anche con l’ausilio di alcuni dati – il lavoro svolto dagli uffici da lui diretti. Poi, ha fatto riferimento all’auspicabile alleggerimento di alcuni meccanismi che sovraccaricano di lavoro le procure (con impatti altrettanto gravosi, aggiungiamo noi, sui cittadini che incappano negli ingranaggi spesso farraginosi della giustizia).

In esclusiva per il sito Nicolaporro.it, Viola ha poi allargato l’orizzonte della propria analisi. Prima descrivendo l’attuale situazione, poi entrando nel merito di alcune questioni. “Un processo per essere efficiente deve essere un processo rapido. Parlo del penale, soprattutto, ma penso anche al civile, perché l’appesantimento del processo civile inevitabilmente significa un freno, un appesantimento all’economia che noi non possiamo permetterci”, ha osservato il magistrato.

Alle nostre domande sulla gestione dell’allarme microcriminalità, che affligge sempre più i grandi centri urbani, il procuratore capo di Milano ha dapprima precisato: “Abbiamo anche problemi che riguardano la grande criminalità, che affligge il nostro territorio, che non bisogna sottovalutare e che purtroppo è presente anche nel nord Italia”. E di seguito ha affermato: “È un problema effettivo quello della cosiddetta microcriminalità, che in realtà micro non è, perché se il problema è percepito bisogna farsene carico”. Io – ha argomentato ancora il magistrato – “parlerei forse più di criminalità comune, per distinguerla da quella organizzata, ma comunque è una criminalità spesso aggressiva, spesso violenta. Negli ultimi tempi abbiamo avuto anche alcuni brutti e violenti episodi di criminalità da strada”.

Quanto al tema del pericolo percepito e di quello effettivo, Viola ha aggiunto: “Non bisogna però nemmeno enfatizzare il problema, perché a volte l’amplificazione mediatica porta a pensare a un problema più grosso di quello che c’è. Certamente abbiamo la crescita di alcuni reati, tra tutti le rapine commesse su strada e i furti in appartamento. Sono invece in fase di calo altre tipologie di reato comunque riconducibili a quest’area. Bisogna farsi carico dell’insicurezza che, ancorché soltanto percepita o a volte anche eccessiva rispetto ai numeri, è comunque un problema”.

Sul fronte del mantenimento della sicurezza, i numeri suggeriscono che un allarme da gestire effettivamente c’è davvero. Viola, al riguardo, ci ha parlato anche di “28-30 arrestati al giorno” a Milano. “Davvero tanti”, ha constatato, facendo riferimento anche a “situazioni legislative che a volte non consentono il mantenimento della misura più restrittiva”. Al riguardo, abbiamo chiesto al magistrato se sia reale o meno la percezione che le forze dell’ordine abbiano talvolta le “mani legate” nell’assicurare i criminali alla giustizia. E lui: “Mani legate è un’espressione che colpisce parecchio, ma non è necessariamente così. A volte ci sono strumenti normativi che non sempre conducono al risultato che l’opinione pubblica vuole. Bisogna muoversi anche in questa direzione, puntando sul principio di effettività della pena per cui chi è ritenuto definitivamente responsabile possa essere sottoposto all’espiazione di pena”.

Marco Leardi, 15 febbraio 2024

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