I conti si faranno alla fine e dovranno tener conto, ripeto, del numero dei morti, della distruzione di ricchezza e degli strappi, spesso irreparabili, del tessuto sociale. C’è però un punto incontrovertibile. Quei Paesi che hanno limitato al minimo il lockdown, alla ripartenza dovrebbero avere una struttura economico-finanziaria-logistico-produttiva simile a quella di prima. Invece, quelli che si indebiteranno per distribuire a pioggia delle mance con finalità politiche renderanno servo il Paese.
Dalle macerie che ci circondano, restano alcune considerazioni e una domanda. Le leadership che si sono nascoste dietro il classico “worst case scenarios” non sono leadership. Una domanda. Quanto durerà la ricostruzione? Quelli che dovranno pagarla, i milioni di disoccupati che si creeranno (i conti li faremo a settembre), cioè quel che resta della classe media e delle classi povere, ulteriormente impoverite, e finora sedate, come reagiranno? Solo vivendo lo sapremo.
Riccardo Ruggeri, 23 maggio 2020