Cronaca

L’Ambrogino d’Oro alla tendina è solo un premio piddino

Ilaria Lamera, la studentessa della protesta in tenda contro il caro affitti, riceverà il riconoscimento dal sindaco Sala

Ma secondo voi c’erano dubbi? Che avrebbero tirato un Ambrogino d’Oro dietro alla sparafucile delle tendine, c’era forse da dubitare? Eccola qua, la Ilaria Lamera, da Seregno, insignita come era impossibile non fosse e come avevano subito, subitissimo previsto, perché o siamo qui a dire come andrà a finire, noialtri cronisti indecenti, oppure è meglio pettinare le bambole sul pube.

I requisiti ci sono tutti, tanto per cominciare: la protesta insulsa e pretestuosa; il capriccio della studentessa, insomma, lamentosa; le farneticazioni di stampo socialcomunista sul caro affitti; la coreografia circense con le tende davanti al Politecnico e poi per le altre facoltà, a macchia di leopardo che però non ha fatto il leopardo: la nostra gioventù bruciata dai capricci si è subito resa conto che bivaccare in tenda nel maggio gelido e piovoso, maledetto riscaldamento globale, non era tanto divertente, e hanno sbaraccato tutti, subito, a effetto domino. Lei stessa, la pasionaria in chief, dovette arrendersi a una mesta constatazione: “Non è andata come mi aspettavo, però mi sento tradita dalla politica”.

Ecco, era già tutto lì e a suo modo la pendolare, 20 minuti di trenord al giorno, diceva il vero, almeno per una volta: l’avevano illusa, irretita, poi, forse per la sua vacuità, forse per un mercato che già scoppia, quello politico, di imbonitori, vanagloriosi e fannulloni, l’avevano mollata al suo destino e al suo trenino. Fino a un certo punto, però. Perché, ecco la circostanza sospetta, che lasciava capire subito le evoluzioni venture, alla corte di questa bamboccetta avevano riparato subito i professionisti dell’agitazione ztl, da Majorino alla stessa Elly Schlein, oltre alla solita pletora di artistazzi di complemento, dame da talk show inginocchiate, il solito spettacolino conformista, peloso e penoso. Lì si era capito che non era che un debutto, che la signorina non era disposta a mollare facilmente, che qualcosa per lei sarebbe infine piovuto dal cielo della politica.

Questo riconoscimento è un atto politico. È roba piddina meneghina. È il politicamente corretto d’aria “caminante” che piace al sindaco Sala, il quale difatti la commenta così: “Credo di sì, nell’ambito di tutti quelli che sono i premiati, credo che sia una segnalazione, una proposta che aveva la sua dignità perché andava a toccare un problema vero. La mia idea è che gli Ambrogini devono essere dati alla gente che non ha niente, che fa dei gesti importanti e che non ha altra visibilità, ma è una mia idea personale”. La sua idea, sua di Sala, è di non avere idee ma solo preconcetti alla cipria. Non è vero che la tendina Ilaria andava a toccare un problema vero, perché non offriva soluzioni praticabili: se mai, il problema degli affitti stellari a Milano, questo vero senz’altro, si deve in parte alle oscillazioni di un mercato che tuttavia recepisce certe sciagurate politiche abitative di schietta origine amministrativa locale. Medico, o sindaco, cura o amministra te stesso. Non è neanche vero che la signorina Lamera “non ha niente”: subito dopo la sua pagliacciata da campeggio, qualche giornalista ficcanaso scopriva che la studentessa poteva disporre di un appartamento nei pressi del Politecnico, zona Città Studi, che risulta tra le più care di Milano: alla faccia, e con che faccia!

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La martire del convoglio regionale non provò neanche a smentire, la buttò come al solito in gnagnera, fedele all’etica del piagnisteo della sua generazione. Quindi, sì, l’Ambrogino a Ilaria è un premio politico piddino ossia fondato sulla furbata, sulla retorica de sinistra, sul populismo socialista. Una insopportabile farsetta, ed è per questo che glielo tirano dietro: l’intendenza, ossia una poltroncina, uno scrannetto, seguirà: se l’hanno data a gente come Andrea Santori, il freesbee gender di Bologna, a Gigi Di Maio, a Soumahoro… Anzi, è già strano che non ne abbiano dato uno agli idioti climatici che cagano nelle fontane, spruzzano (e spuzzano) a spray l’Arco della Pace e paralizzano il traffico a Niguarda, dove le ambulanze faticano a farsi strada. Ma forse aspettano qualcosa di più eclatante, aspettano che per colpa di questi balordi ci scappi qualche morto.

Che vergogna, la nostra Milano: sarebbe da chiederle come sia potuta cadere così in basso, ma è meglio di no, tanto più che la risposta è in sé, sta in una città che si compiace del brutto e del feroce, la più denunciata d’Italia, la più pericolosa d’Italia, col sindaco che, è notizia di oggi, non trova di meglio che contrabbandare la débacle in acrimonia giornalistica, osservando: “A Milano si muore meno che all’inizio del secolo scorso”. Che meraviglia. Del resto, l’Ambrogino l’hanno consegnato anche a Chiara Ferragni: di che stiamo a parlare, amici, compagni? Basta farcirsi la bocca di parole sociali, e scatta l’Ambroes golden. Povero Sant’Ambrogo, anche tu. E povera Milano.

Max Del Papa, 16 novembre 2023