La scusa è che si parla sempre di lavoratori. Peccato che i lavoratori che pagano la quota associativa al sindacato sono sempre di meno. Quindi il “Landini pensiero” sull’universo mondo rappresenta sempre di meno. Ma lo si vuole sempre al tavolo del confronto. E lui si lascia andare: “Non ho sentito nessuna risposta di Draghi”. Ma che c’entra un sindacalista sulle scommesse circa il prossimo inquilino del Quirinale?
Ma ha saputo fare di peggio. Più o meno un mese fa. Tema: i femminicidi. Poteva esimersi da uscire dal seminato di un “bravo sindacalista”? Poteva evitare di parlare di questioni che riguardano lui come il tabaccaio sotto casa o lo studente del liceo? Non ha potuto sottrarsi e ha scaricato il suo pensiero confuso, sino ai margini del vetero comunismo d’antan: “Questo è il Paese delle differenze che aumentano tra uomini e donne, ma questo è il Paese in cui anche durante la pandemia, sono aumentate le violenze contro le donne, e la vogliamo dire in italiano, senza girarci intorno: la violenza contro le donne la fanno gli uomini, e se ci pensate qui c’è un punto fondamentale. Quando un uomo arriva a fare una violenza contro una donna, nella sua testa malata, ha l’idea di essere lui proprietario della vita di un’altra persona. Provate a pensare che danni può creare l’idea della proprietà privata: le persone non sono proprietà di nessuno”.
La proprietà privata e il femminicidio? Un riflesso pavloviano, che – questo sì – lo rivela simile al ministro Orlando, dove la retorica post-marxista si rivela come un’incrostazione di calcare sul rubinetto di casa.
Antonio Mastrapasqua, 30 novembre 2021