Ancora una volta i sindacati, per la precisione Cgil e Uil, interpretano il ruolo di vera opposizione al governo guidato da Giorgia Meloni. Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri non hanno infatti intenzione di rispettare le indicazione della Commissione di garanzia sugli scioperi a proposito dello sciopero generale contro la manovra per il 29 novembre quando a incrociare le braccia per 8 ore saranno anche i lavoratori dei settori Tpl e trasporto aereo, con eccezione del trasporto ferroviario, escluso dalla protesta a causa del precedente sciopero di domenica 24 novembre, nel rispetto della regola dei dieci giorni. Il Garante, insieme al Mit di Matteo Salvini, aveva chiesto di ridurre la durata a quattro ore, ma la voglia di protagonismo è più forte di tutto e di tutti.
Secondo il Garante si profila “il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati” e per questo il Mit ha convocato Cgil e Uil per raggiungere l’intesa. Ma Landini e Bombardieri tirano dritto, confermando le ragioni e le modalità della mobilitazione che sarà esercitata, fanno sapere, nel rispetto di quanto stabilito dalle norme, a partire dalle fasce di garanzia.
“Nonostante gli incontri formali e informali che si sono svolti nei giorni scorsi e nonostante l’apertura al dialogo manifestata da Cgil e Uil, che hanno già rispettato la legge, esonerando dallo sciopero la categoria del trasporto ferroviario, la Commissione di garanzia ha obbedito ai diktat del ministro Salvini, pubblicati sistematicamente sui social e attraverso la stampa, continuando ad avanzare ulteriori richieste per la limitazione del diritto di sciopero”, il piantolino dei sindacalisti in una dichiarazione congiunta.
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Al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, hanno proseguito, “chiediamo che cosa abbia fatto in questi due anni per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, per migliorare le condizioni del trasporto pubblico e per assicurare la regolarità degli orari e dell’efficienza del servizio. Il diritto alla mobilità va garantito sempre e non solo in occasione della proclamazione degli scioperi”, hanno riferito ancora Landini e Bombardieri, sfidando Salvini come se fossero i leader del Pd: “Piuttosto farebbe bene a preoccuparsi di rinnovare i contratti a milioni di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno sono al servizio della cittadinanza”.
Non è una sorpresa, almeno per quanto riguarda Landini: il numero uno della Cgil da diverso tempo sembra più interessato a un futuro in politica che al bene dei lavoratori. Ambizioni legittime, ma che spesso cozzano con le necessità di donne e uomini che si aspettano un aiuto concreto e non qualche slogan da federatore del campo largo.
Insomma, lo sciopero sarà confermato e i leader dei sindacati – e della sinistra – sono pronti a scendere in piazza: il numero uno della Cgil Landini sarà a Bologna e quello della Uil Bombardieri a Napoli. Non sono mancate le stilettate a chi non è in linea con la sinistra come il segretario della Cisl Luigi Sbarra, che aveva affermato che “gli sciopero compulsivi allontanano i lavoratori dai sindacati: “Non rispondo io, risponderanno le lavoratrici e i lavoratori il 29. Io non devo rispondere nulla al segretario della Cisl, lui fa le sue scelte e sarebbe utile che, come noi lo rispettiamo, lui rispettasse anche le altre persone. Lo sciopero è un diritto e se si arriva a una situazione di questo genere è perché non siamo ascoltati”.
Franco Lodige, 26 novembre 2024
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