Già mettono le mani avanti. Già si preparano a sequestrarci di nuovo. Un preclaro esempio della nuova strategia del terrore ce lo offre Roberto Burioni, che negli ultimi giorni si è prodigato per anticipare la strategia comunicativa degli “esperti” dopo la tregua estiva. In un tweet di venerdì, Burioni commentava il caos su Astrazeneca e cocktail vaccinale, con un annuncio inquietante: “Stanno creando tutte le premesse perché la gente inizi a diffidare dei vaccini rifiutando la vaccinazione e a causa dell’alto numero di non vaccinati a ottobre richiudiamo tutto“.
Per carità, verissimo che la sgangherata campagna comunicativa e organizzativa rischia di servire un assist alla platea dei dubbiosi, se no dei no vax in senso assoluto. Ma paventare nuovi lockdown è una scelta discutibile: o serve a minacciare chi è spaventato (ed è un errore, perché le paure si superano con i dati di fatto e non con i ricatti, che hanno già provocato conseguenze disastrose, come nel caso delle vaccinazioni sui giovani per conquistare il liberi tutti d’estate), o serve a inoculare nell’opinione pubblica l’aspettativa di un’ennesima stretta. Il pretesto, d’altronde, è già pronto.
E lo chiarisce lo stesso Burioni, che in un altro tweet allarma sulla variante indiana, “molto più contagiosa della variante inglese”. E torna la minaccia: “La scelta individuale è tra acquisire l’immunità ora con il vaccino o in autunno con la malattia”. Magari, per i reprobi è già pronto un altro lockdown, no?